Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Fiorella ha tentato di salvare Franca ma è rimasta intrappolata nel fuoco» Il racconto della figlia: «Era fatta così»
PAESE «Mia mamma si è sacrificata per Franca. Non ha pensato a sé stessa ma ha provato a salvarla e ha pagato con la sua vita. Ora voglio sapere com’è successo». E’ questo che dà a Martina Sandre la forza di andare avanti nel dolore, sapere che sua madre Fiorella, bidella in pensione di 74 anni, anche negli ultimi minuti della sua vita ha pensato alla sua amica. «Ho ricevuto tante telefonate di amici di mia mamma – ci racconta -, e tutti mi hanno detto che lei era così, una persona che prima che a sé stessa pensava agli altri. Sempre disponibile, non si tirava mai indietro. E anche quella terribile notte dev’essere andata così».
A raccontarle cosa sarebbe successo nella villetta di Paese, ancora sotto choc, era stato Sergio il marito di Franca Fava, l’unico superstite del rogo mortale. «Mi ha detto che mia mamma lo chiamava e gli diceva di aiutarla a cercare Franca per portarla fuori, perché faticava a camminare.
Ma lui dice di essere uscito per portare fuori una bombola di gas temendo che scoppiasse e poi non è più riuscito a rientrare». Nelle parole di Martina non c’è ombra di rabbia o rammarico, non dà nessuna colpa a Sergio Miglioranza per non essere riuscito ad aiutare sua madre: «In quei momenti chi può sapere cosa succede, come si reagisce. Chissà anche mia mamtrina: ma e Franca cosa hanno fatto in preda al panico. Spero solo che le indagini che stanno facendo chiariscano cosa è successo quella notte, perché ho bisogno di sapere in che modo è morta. Altrimenti non riuscirò a darmi pace».
Fiorella Sandre e Franca Fava erano amiche da molto tempo, per questo cinque anni fa, la 74enne si era trasferita a casa dell’amica in via Fel«Si facevano compagnia – conferma Maria Teresa Miglioranza sorella di Sergio -. Mia cognata si era chiusa in sé stessa dopo la perdita del figlio Valter, e l’amica l’aiutava. Anche perché mio fratello era sempre in giro, impegnato in mille faccende». Giri che spesso lo portavano a caccia di materiali e oggetti che poi accatastava nella sua proprietà. Un deposito, dentro e fuori casa, che ha purtroppo contribuito, secondo quanto rilevato dai vigili del fuoco, ad alimentare l’incendio favorendo la sua propagazione.
«Glielo dicevo sempre, Sergio perché tieni tutte queste cianfrusaglie, è pericoloso e non ti servono a nulla. Ma per lui questa smania di accumulare è come una malattia».
Ieri Miglioranza è stato dimesso dall’ospedale e si è improvvisamente trovato da solo: «Starà con noi e con nostro fratello Giuseppe rimasto senza casa a gennaio, per una strana fatalità, anche lui dopo un incendio – continua Maria Teresa -. Sergio deve ancora elaborare che sua moglie e Fiorella sono morte. Mercoledì in ospedale mi chiedeva come stavano, ancora sperava che ce l’avessero fatta. Adesso non ha più nulla ed è rimasto solo. Ha bisogno di noi».