Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
La lettera di Vo’ al premier Conte
VO’ (PADOVA) Stop alle tasse e un piano di rilancio altrimenti l’economia rischia una batosta insuperabile. Lo scrivono gli imprenditori di Vo’ nella lettera spedita al premier Conte e alle istituzioni.
«Gentile presidente
VO’ (PADOVA) del consiglio Giuseppe Conte, gentile ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, gentile governatore Luca Zaia...». E così via, elencando moltissimi destinatari; dal premier al Dg dell’Usl 6, passando per prefetto e associazioni di categoria. Poi, il testo della lettera, che si chiude con decine di firme. Sono le Partite Iva di Vo’: il commercialista del paese, l’artigiano, il negoziante, il contadino...
Ieri, dal loro isolamento obbligato che dura quasi da due settimane, hanno spedito alle autorità un documento che in realtà suona come un disperato grido d’aiuto. Contiene quattro richieste che ritengono «importantissime, quasi essenziali» per affrontare «il periodo che stiamo passando e che, anche nel futuro, si prospetta durissimo per noi imprenditori, professionisti e per le famiglie che ruotano attorno a tutto il tessuto economico».
Ma nell’affrontare le rivendicazioni, la lettera fa una premessa: l’isolamento obbligato del paese deve finire subito, perché «non ci risulta più comprensibile». Per prima cosa, infatti, gli imprenditori del paesino della Bassa Padovana chiedono «garanzie nei tempi di fine della quarantena». In pratica vogliono che il governo si impegni a non prorogare ulteriormente il blocco, perché l’incertezza «crea un grande disagio psicologico oggi, e creerà disagio, anche economico, domani».
C’è poi il capitolo-tasse. L’annuncio che la scadenza delle imposte verrà fatta slittare in avanti «è solamente un palliativo». Le imprese della zona rossa chiedono «una defiscalizzazione per tutto il 2020, come pure interventi straordinari a favore delle imprese e delle famiglie del territorio che riconoscano il danno subito dal blocco di ogni attività, sia in temini di diminuizione dei ricavi che di minori entrate per le famiglie». Cancellazione delle tasse, quindi.
C’è poi il terzo punto: serve un piano di rilancio del territorio, «con fondi speciali, investimenti e finanziamenti su progetti per il sostegno dei nostri prodotti e delle nostre imprese».
Infine, il timore di essere trattati da appestati anche dopo la fine della quarantena. Le partite Iva chiedono «una comunicazione chiara che lo studio epidemiologico costruito attorno alla nostra comunità si è concluso e chi entra in contatto con noi e coi nostri prodotti è assolutamente sicuro». Perché una cosa è chiara a tutti: se il coronavirus ha messo in ginocchio l’economica di Vo’, la paura potrebbe distruggerla.
Stop all’isolamento, e nessuna imposta per il 2020 Inoltre, tutti devono sapere che i nostri prodotti non sono pericolosi