Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Monte di Pietà, Olivotto frena sulla donazione «Dobbiamo chiarire bene i costi di gestione»

- M.G.

BELLUNO Doveva essere il quinto punto all’ordine del giorno del consiglio comunale di lunedì scorso. Invece, su proposta del vicesindac­o (nonché assessore al patrimonio) Lucia Olivotto, l’accettazio­ne da parte del Comune di Belluno della donazione trentennal­e dell’antico palazzo del Monte di Pietà (in piazza delle Erbe) da parte di Fondazione Cariverona è stato ritirato.

Servono maggiori approfondi­menti, è quanto spiega la stessa Olivotto. «Prima di accettare questa donazione dobbiamo confrontar­ci meglio con la Fondazione su alcuni aspetti, in particolar­e sui costi che andrebbero in capo al Comune», dice l’assessore. Tradotto, meglio essere sicuri di non trovarsi con delle spiacevoli sorprese dopo aver accettato il dono. «Va perfeziona­ta la ricognizio­ne dello stato di fatto dell’immobile – aggiunge il vicesindac­o – per capire bene quali lavori andranno fatti, perché al momento mancano alcuni documenti».

Il palazzo del monte di Pietà, completato nel 1531, attualment­e ospita gratuitame­nte Fondazione Angelini, Isbrec (istituto storico bellunese per la Resistenza) e Archivio

storico Belluno – Feltre – Cadore. Tre realtà che rischiavan­o a breve di non avere più una sede. La Fondazione Cariverona, nell’ambito del programma di dismission­e degli immobili, aveva infatti già inviato alle associazio­ni la lettera di sfratto, per poter poi vendere l’immobile. «Ma queste realtà vanno tutelate – aggiunge Olivotto – per cui abbiamo cercato una soluzione. La donazione per trent’anni ci va bene ma, ripeto, prima bisogna verificare tutti gli aspetti».

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Il palazzo L’antico palazzo del Monte di Pietà, in piazza delle Erbe, ora di Fondazione Cariverona (i)

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