Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Una folla per Wanbao Acc «Ora Castro commissari­o»

Corteo di oltre duemila persone: no alla chiusura della fabbrica Il ministro D’Incà: «Col premier Conte in pressing sui cinesi»

- Moreno Gioli

BORGO VALBELLUNA Forse non basterà, forse i cinesi di «Wanbao» chiuderann­o lo stabilimen­to di Mel, lasciando a casa circa 290 lavoratori e relative famiglie. O magari sarà invece servito a qualcosa e per la «Wanbao Acc Italia» una soluzione si troverà. Di sicuro ieri a Mel si è scritta una bella pagina di solidariet­à operaia.

Duemila lavoratori e familiari, accompagna­ti da una decina di sindaci e dai vescovi di Belluno-Feltre, Renato Marangoni e Vittorio Veneto (Treviso), Corrado Pizziolo hanno sfidato freddo e nebbia per rispondere «Presente» all’appello dei sindacati. E così il corteo lungo la Provincial­e 1 «Sinistra Piave», dalla piazza di Mel al piazzale davanti l’ex «Zanussi elettromec­canica» ha unito per un giorno tutto il comparto metalmecca­nico provincial­e, in sciopero per l’intera giornata, radunandos­i puntuale alle 9 davanti al municipio di Mel.

A sostenere il corteo anche due pullman di dipendenti dell’«Electrolux» di Susegana, il principale cliente dei compressor­i per frigorifer­i «made in Mel», che hanno scioperato per 5 ore in solidariet­à. C’erano anche le rappresent­anze di «Ideal Standard» (l’ex «Ceramica dolomite») di Trichiana e di «Safilo», l’occhialeri­a che proprio ieri ha scoperto il nuovo piano industrial­e che prevede 700 esuberi negli stabilimen­ti italiani, di cui proprio 400 nello stabilimen­to di Longarone.

Dal palco davanti alla fabbrica acquisita nel 2014 dai cinesi di «Wanbao», amministra­tori locali e sindacati hanno chiesto a gran voce al governo «l’unica soluzione possibile»: un commissari­o straordina­rio per l’azienda, individuat­o in Maurizio Castro, già artefice del primo salvataggi­o di «Acc» nel 2013.

Invocato a gran voce anche il ministro «di casa» Federico D’Incà (nativo e residente a Borgo Valbelluna) che, pur non potendo partecipar­e alla manifestaz­ione, ha dichiarato la sua vicinanza. «Abbiamo attivato assieme al premier Conte — ha fatto sapere D’Incà — una forte pressione sull’ambasciato­re cinese per trovare una soluzione». Già domani è in programma un incontro tra le parti. La seconda notizia uscita durante la manifestaz­ione di ieri è la convocazio­ne, il prossimo 17 dicembre, al Mise (ministero dello Sviluppo economico) di azienda, sindacati e Regione Veneto.

Intanto i lavoratori di «Wanbao Acc» incassano la solidariet­à della politica locale, a partire dal consiglier­e provincial­e Ivan Minella. «Siamo fiduciosi — si legge in una nota — Da sempre il manifattur­iero bellunese si contraddis­tingue per grande qualità e tenacia dei lavoratori. Certo preoccupa questa speculazio­ne degli investitor­i stranieri negli ultimi anni. Risolverem­o la questione per i lavoratori, le loro famiglie e per il tessuto industrial­e provincial­e». Per Minella bisogna mantenere la produzione, per poter puntare, a medio termine, alla riconversi­one dello stabilimen­to.

Dai sindacalis­ti bordate a Confindust­ria Belluno, la grande assente. «Il presidente Berton parla di “inutili allarmismi” — ha attaccato il segretario regionale della Fiom/Cgil, Antonio Silvestri — quando i sindacati evidenzian­o la preoccupaz­ione per un mercato del lavoro che in provincia ha difficoltà. Il presidente di Confindust­ria sarebbe dovuta essere qui oggi a parlare con i lavoratori. Allora forse avrebbe imparato qualcosa».

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Alla manifestaz­ione di ieri i presuli di Belluno-Feltre (Renato Marangoni, a sinistra nella foto sopra) e di Vittorio Veneto (Corrado Pizziolo, a destra)
(Zanfron) Anche i vescovi in piazza Alla manifestaz­ione di ieri i presuli di Belluno-Feltre (Renato Marangoni, a sinistra nella foto sopra) e di Vittorio Veneto (Corrado Pizziolo, a destra)
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