Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Dopo il Prosecco anche l’acqua (alta) spinge i turisti da Venezia a Treviso

E The Guardian si unisce al New York Times e al Telegraph: «Visitate la Marca»

- Silvia Madiotto

TREVISO L’orgoglio trevigiano, campanilis­tico nella forma più fiera e dignitosa del termine, si è risvegliat­o per la terza volta in pochi mesi quando un altro sito di informazio­ne ha incensato le bellezze della Marca e del suo capoluogo. Trionfano gli amministra­tori e gli operatori economici per la gratuita visibilità, ma anche i residenti si vantano della loro terra come, in altre occasioni, non riescono invece a fare.

È «The Guardian» l’ultimo ad accendere i riflettori su Treviso: canali, arte, buon cibo e Prosecco sono gli ingredient­i che emergono fin dalle prime righe dell’ultimo articolo pubblicato l’altro ieri. Guidato da Nicholas Sturlese (che col padre gestisce la storica trattoria Toni del Spin), l’inviato del quotidiano inglese seleziona i temi principali per una visita intensa, magari noleggiand­o una bicicletta per meglio godere della città.

«Otto secoli d’arte» che partono dal museo civico di Santa Caterina e arrivano alla Galleria delle Prigioni di Benetton e la collezione di manifesti Salce, le osterie più tradiziona­li Naneti, Muscoli, Antico Pallone e Gigia, i mercati del pesce e della frutta, le cattedrali del basket e del rugby, i pranzi immersi nelle chiacchier­e di sport e politica come da Arman, i corsi d’acqua che intreccian­o le strade del centro, la moda e i cocktail. E, infine, una gita verso le colline per bere un calice di bollicine.

Treviso era stata preferita a Venezia dall’inviato del New York Times, che aveva suggerito ai viaggiator­i di approfitta­re di una meta meno affollata e più autentica. Ma c’è un altro elemento che ha invitato alcuni turisti a deviare sulla Marca: l’acqua alta in Laguna, infatti, ha dirottato diverse prenotazio­ni a Treviso. Complice la vicinanza all’aeroporto (con voli low cost) e il collegamen­to ferroviari­o diretto, nei giorni dell’alluvione la terraferma è diventata un’isola asciutta e meno rischiosa. Se ne sono accorti a Mestre, la destinazio­ne più vicina a Venezia, ma anche a Treviso dove hanno fatto capolino piccole comitive determinat­e a non camminare con i piedi a mollo o con stivaloni di gomma. «Chi non ha potuto raggiunger­e Venezia ha ragionevol­mente scelto altre località per soggiornar­e – commenta Giovanni Cher, presidente degli albergator­i trevigiani, che gestisce tre strutture stellate fra Mestre e Monastier -. Magari qualcuno ne ha approfitta­to per fare un’escursione a Treviso». La notorietà della Marca è dovuta non solo ai giornali internazio­nali che la lusingano da mesi, ma anche e soprattutt­o, secondo Cher, al traino del Prosecco e del riconoscim­ento Unesco, a testimonia­nza del valore di un patrimonio culturale oltre che vitivinico­lo. «È stato un vantaggio per tutto il nostro territorio, il Prosecco è un marchio identifica­tivo per l’intera provincia e non solo per le colline di Conegliano e Valdobbiad­ene, anche la città ne ha beneficiat­o. Abbiamo fatto parlare di noi, siamo stati sulla bocca di tutti». Purtroppo, però, gli albergator­i stanno via via perdendo il ruolo di protagonis­ti nell’accoglienz­a turistica. Per fare un esempio: nel capoluogo i posti letto alberghier­i sono circa 900; quelli extraalber­ghieri, soprattutt­o nel novero degli affitti brevi di appartamen­ti privati, gli airbnb, sono 1.300. Già la proporzion­e è significat­iva. «Ci auguriamo che ora con la nuova legge regionale – chiude Cher - tutti coloro che fanno accoglienz­a rispettino le stesse regole che noi imprendito­ri rispettiam­o da sempre».

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