Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Dopo il Prosecco anche l’acqua (alta) spinge i turisti da Venezia a Treviso
E The Guardian si unisce al New York Times e al Telegraph: «Visitate la Marca»
TREVISO L’orgoglio trevigiano, campanilistico nella forma più fiera e dignitosa del termine, si è risvegliato per la terza volta in pochi mesi quando un altro sito di informazione ha incensato le bellezze della Marca e del suo capoluogo. Trionfano gli amministratori e gli operatori economici per la gratuita visibilità, ma anche i residenti si vantano della loro terra come, in altre occasioni, non riescono invece a fare.
È «The Guardian» l’ultimo ad accendere i riflettori su Treviso: canali, arte, buon cibo e Prosecco sono gli ingredienti che emergono fin dalle prime righe dell’ultimo articolo pubblicato l’altro ieri. Guidato da Nicholas Sturlese (che col padre gestisce la storica trattoria Toni del Spin), l’inviato del quotidiano inglese seleziona i temi principali per una visita intensa, magari noleggiando una bicicletta per meglio godere della città.
«Otto secoli d’arte» che partono dal museo civico di Santa Caterina e arrivano alla Galleria delle Prigioni di Benetton e la collezione di manifesti Salce, le osterie più tradizionali Naneti, Muscoli, Antico Pallone e Gigia, i mercati del pesce e della frutta, le cattedrali del basket e del rugby, i pranzi immersi nelle chiacchiere di sport e politica come da Arman, i corsi d’acqua che intrecciano le strade del centro, la moda e i cocktail. E, infine, una gita verso le colline per bere un calice di bollicine.
Treviso era stata preferita a Venezia dall’inviato del New York Times, che aveva suggerito ai viaggiatori di approfittare di una meta meno affollata e più autentica. Ma c’è un altro elemento che ha invitato alcuni turisti a deviare sulla Marca: l’acqua alta in Laguna, infatti, ha dirottato diverse prenotazioni a Treviso. Complice la vicinanza all’aeroporto (con voli low cost) e il collegamento ferroviario diretto, nei giorni dell’alluvione la terraferma è diventata un’isola asciutta e meno rischiosa. Se ne sono accorti a Mestre, la destinazione più vicina a Venezia, ma anche a Treviso dove hanno fatto capolino piccole comitive determinate a non camminare con i piedi a mollo o con stivaloni di gomma. «Chi non ha potuto raggiungere Venezia ha ragionevolmente scelto altre località per soggiornare – commenta Giovanni Cher, presidente degli albergatori trevigiani, che gestisce tre strutture stellate fra Mestre e Monastier -. Magari qualcuno ne ha approfittato per fare un’escursione a Treviso». La notorietà della Marca è dovuta non solo ai giornali internazionali che la lusingano da mesi, ma anche e soprattutto, secondo Cher, al traino del Prosecco e del riconoscimento Unesco, a testimonianza del valore di un patrimonio culturale oltre che vitivinicolo. «È stato un vantaggio per tutto il nostro territorio, il Prosecco è un marchio identificativo per l’intera provincia e non solo per le colline di Conegliano e Valdobbiadene, anche la città ne ha beneficiato. Abbiamo fatto parlare di noi, siamo stati sulla bocca di tutti». Purtroppo, però, gli albergatori stanno via via perdendo il ruolo di protagonisti nell’accoglienza turistica. Per fare un esempio: nel capoluogo i posti letto alberghieri sono circa 900; quelli extraalberghieri, soprattutto nel novero degli affitti brevi di appartamenti privati, gli airbnb, sono 1.300. Già la proporzione è significativa. «Ci auguriamo che ora con la nuova legge regionale – chiude Cher - tutti coloro che fanno accoglienza rispettino le stesse regole che noi imprenditori rispettiamo da sempre».