Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Acc e spettro chiusura, la Fiom: «Noi non molliamo»
BORGO VALBELLUNA «Non ci rassegniamo alla chiusura dello stabilimento, e lotteremo con ogni mezzo pacifico e consentito dalla legge». Parola di Stefano Bona di Fiom Cgil in vista dell’appuntamento di oggi, e cioè l’assemblea dei 285 lavoratori dello stabilimento di Wanbao Acc Italia di Mel, e di quello di venerdì, che porterà ad un presidio di dipendenti, sindacati e altri sotto la prefettura di Belluno. Ma soprattutto in vista dell’incontro al ministero dello Sviluppo economico del 24 ottobre, quando ufficialmente se ne saprà di più sulla sorte della fabbrica di compressori per frigoriferi.
Al Mise ci si gioca tutto, perché finalmente le carte saranno scoperte. E la situazione sembra veramente complicata. Almeno da due mesi, da quando cioè rappresentanti dell’azienda hanno comunicato alle Rsu che la proprietà si appresta, a novembre, ad interrompere i finanziamenti allo stabilimento, che da solo non sta in piedi. Per un qualche motivo, poi, il prezzo dei compressori di Mel sarebbe stato aumentato; e la fabbrica avrebbe comunicato ai fornitori che ci saranno ritardi nei pagamenti. Da un successivo incontro al Mise è emerso, secondo i sindacati, che l’azienda perde circa dieci milioni all’anno. Questo, nonostante gli sforzi diretti al contenimento dei costi di produzione e delle spese in generale, e nonostante il tentativo di aumentare la produzione.
Non si è riusciti a trovare la quadra e adesso la proprietà cinese, la multinazionale Wanbao, che appartiene a sua volta alla municipalità di Guangzhou, potrebbe non avere più interesse a mantenere un avamposto nel Bellunese. Anche l’operazione di riduzione del personale, con le 76 lettere di licenziamento del settembre 2018, non ha portato i benefici di bilancio sperati. In questo contesto, l’assemblea di oggi. I lavoratori saranno informati al dettaglio sulla situazione che si è andata a creare, e dovranno dire sì o no alle iniziative di «lotta» ideate dai loro rappresentanti. Il sì sembra scontato. Servirà a dare vigore all’attività di venerdì, quando una delegazione incontrerà il prefetto Francesco Esposito, appunto per affermare che il «popolo» di Wanbao Acc Italia non è pronto a prendere in considerazione l’ipotesi della fine dello stabilimento. In realtà, regna una grande incertezza. Nessuno sa cosa accadrà, e si attende il 24 per capirci qualcosa.