Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Il legale: Vinko padre amabile, è stato ferito nell’arresto
Un «family man», lo definisce Gordan Preglej, il suo legale. Vive con la moglie e il figlio in una frazione di Samobor, alle porte di Zagabria verso il confine tra Croazia e Slovenia ed è proprio lì che mercoledì sono arrivati una ventina di agenti dei reparti speciali con maschere e armi spianate per arrestarlo. D’altra parte Vinko Tomic è ritenuto il capo della banda dei ladri del Ducale e soprattutto sarebbe quell’uomo inafferrabile che dal 2011 sfuggiva a un mandato di cattura della Svizzera per un colpo milionario. Gli sono inoltre attribuiti altri furti a Las Vegas, Londra e in tutto il mondo. «Io di questo non so nulla - dice l’avvocato Preglej - A me risulta che in Croazia sia incensurato. So che in passato aveva combattuto nella guerra in Bosnia». Idem in Italia, dove l’unico del gruppo ad avere un precedente specifico per furto è Dragan Mladenovic.
«E’ stato un arresto con una forza non necessaria», commenta il legale rispetto all’impiego di così tanti uomini. Nel corso del blitz peraltro Tomic si sarebbe procurato una ferita sulla testa. «Dovrà essere visto da un medico», conferma il suo avvocato. I legali croati stanno affrontando solo la legittimità della richiesta di estradizione. «La Croazia non deve decidere se siano o meno colpevoli, quello lo farà eventualmente il tribunale in Italia», dice Preglej, che pare rassegnato al fatto che sarà concessa. Il legale, che ha lo studio e vive a Zagabria, conosceva un altro degli arrestati, Zelimir Grbavec, che però è difeso dal collega Igor Cisper, in quanto la legge croata vieta di difendere più di un indagato all’interno della stessa inchiesta. «Sono molto sorpreso perché è una persona che non ha nulla a che fare con il crimine», dice l’avvocato Preglej. Anche i vicini di casa, intervistati dai media croati, si sono detti sorpresi, definendolo «un tranquillo padre di famiglia», molto legale alle due figlie che sono ormai quasi 30enni. Zvonko Grgic, a cui è contestato solo il reato di tentato furto, non avendo partecipato all’ultimo dei tre blitz, faceva invece il soldato mercenario in Africa e Medio Oriente.
In attesa dell’estradizione, il gip di Venezia ha anche nominato degli avvocati italiani d’ufficio: Giacomo Rosso, Marina Ottaviani, Mariarosa Cozza e Giuseppina Boscolo. (a. zo.)