Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Nuovo piano di rilancio per il Bailo «Riscopriamo i tesori nascosti»
Colonna Preti rivoluziona il museo. Pronto il via libera al secondo stralcio di lavori
TREVISO Due anni per un museo Bailo nuovo, sul modello di Bassano: collaborazioni con le istituzioni culturali del Veneto, pubbliche e private, sviluppando le contaminazioni positive che possono essere create dalle mostre temporanee affiancate alla valorizzazione delle collezioni cittadine. «L’obiettivo è farlo diventare una fonte di reddito, oltre che un polo museale d’eccezione nel panorama regionale e nazionale – spiega l’assessore Lavinia Colonna Preti -. L’investimento è importante, dobbiamo fare una programmazione pluriennale e riempire questo edificio di contenuti e proposte. E dobbiamo avere più forza di autoproduzione, come fanno le grandi città d’arte, innescando meccanismi virtuosi di mecenatismo».
Il Bailo diventerà uno dei progetti di punta, in ambito di promozione e valorizzazione turistica e culturale, del Comune di Treviso. La prossima settimana il secondo stralcio dei lavori (da 3 milioni di euro) passerà anche il vaglio della giunta per poter aprire il cantiere già nella primavera 2019 completandoli in due anni. È lo stesso progetto che fu presentato in scadenza di mandato dalla giunta Manildo: nulla è stato modificato, i tempi stringono e Ca’ Sugana vuole iniziare la partita. Si partirà dal chiostro e dal bar: a brevissimo verrà fatto l’appalto per dare in gestione il servizio che dovrà creare, dice l’assessore, «un nuovo luogo d’incontro». E una chicca: «Nella torretta vorremmo ricostruire la dimora dell’abate Bailo con i mobili originali conservati a Ca’ da Noal, per omaggiare chi ha saputo, fra i primi, valorizzare il nostro patrimonio».
Colonna Preti guarda Venezia, Milano, Bologna, ma anche la vicina Bassano che per bacino e dimensioni è più simile a Treviso ma ha un museo che, grazie anche a preziosi inserimenti esterni, ha ottenuto ottimi risultati. Senza dimenticare che è diretto da una trevigiana, Chiara Casarin. «Il modello è quello ma dobbiamo sviluppare una nostra identità – sottolinea l’assessore -, arricchendo le collezioni permanenti con i gioielli sconosciuti, che sono nei depositi, ma aprendo periodicamente alle mostre temporanee, tutto l’anno. Il museo di una città deve avere ricadute produttive sul territorio e attirare investitori. Imprenditori della nostra provincia investono fuori regione, è a loro che dobbiamo rivolgerci».
Il tutto dovrà essere bilanciato anche da una piccola ma significativa riorganizzazione interna: «Il raddoppio degli spazi espositivi, che arriveranno a 4 mila metri quadrati, ci impone una riflessione che vada in direzione di un potenziamento – chiude Colonna Preti -. Il primo ottobre 2019 terminerà il suo servizio il dirigente del settore musei e biblioteche Emilio Lippi, la dirigente della cultura Federica Franzoso lascerà Treviso per Padova. Possiamo ripensare totalmente i flussi di lavoro per valorizzare sia il Bailo che il museo di Santa Caterina. Il bando per la ricerca del futuro direttore sarà a maglie molto strette: cerchiamo una figura con una competenza specifica e un’alta professionalità. La cultura di Treviso riparte dai suoi musei».