Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Se corri troppo o giochi alle slot confessati»
A Bibione pubblicato sul bollettino parrocchiale l’invito di don Andrea Vena
«Chi corre troppo non solo è giusto che prenda la multa, ma deve andare a confessarsi». I nuovi peccati secondo don Andrea Vena, prete veneziano.
VENEZIA Lo confessa subito: «Sì, anch’io ho preso una multa, ma mai per eccesso di velocità». Anche perché su quelle è arrivata la «bacchettata» dello stesso don Andrea Vena, sacerdote a Bibione nel litorale veneziano. «Chi corre troppo mette in pericolo la propria e la vita altrui, fa peccato e si deve confessare», ha scritto il sacerdote sul bollettino parrocchiale della domenica di Santa Maria Assunta.
Tutto è cominciato con la richiesta di aiuto del comandante della polizia locale di diffondere la notizia dell’installazione di due autovelox fissi nel territorio comunale (hanno cominciato a funzionare ieri, il timore era la solita pioggia di multe nei primi giorni). E don Andrea l’ha fatto, a modo suo: «Lo dico sempre, il Vangelo non si ferma in chiesa ma si traduce nel vivere quotidiano. Chi è cristiano ad esempio deve guidare con prudenza». E chi trasgredisce prende una multa e chiede perdono a Dio («Essere consapevoli di aver commesso un peccato significa riconoscere di essere venuti meno ad un patto con il Signore», precisa). Del resto l’aveva sottolineato anche Papa Francesco ricevendo lo scorso novembre in udienza la polizia stradale. Bergoglio aveva criticato «lo scarso senso di responsabilità da parte di molti conducenti, che sembrano spesso non avvedersi delle conseguenze anche gravi della loro disattenzione, per esempio, con l’uso improprio dei cellulari, o della loro sregolatezza». Non si rispettano le regole di convivenza e di bene comune, per usare le parole di don Vena, capace di sottolineare con ironia che «tra il dire e il fare c’è sempre il pedale» (quello della macchina). Correre troppo come rubare, come evadere le tasse o inquinare («Lo ha detto anche il Papa nell’ Enciclica Laudato sì»), sottolinea il sacerdote. «Ma anche giocare alle slot. E’ un peccato buttare via i soldi, disperdere il patrimonio che abbiamo ricevuto, il ragionamento vale per ogni trasgressione». Qualcuno li chiama peccati «moderni» (anche se le multe per eccesso ci sono sempre state), per il parroco di Bibione sono peccati e basta: «Come non obbedire ai genitori per i bambini», spiega. «E così, accade raramente, ma qualche volta qualcuno mi ha confessato una guida imprudente con l’auto. Io ho solo approfittato dei nuovi autovelox per ricordarlo anche ai miei parrocchiani che non me ne hanno mai parlato... Ho dato una notizia aggiungendo una riflessione ai cristiani della mia comunità, non pensavo di creare tutta questa sorpresa: mi stanno chiamando giornali italiani e stranieri, eppure mi sembra di dire cose ovvie».
Ma don Vena, 49 anni originario di Porcia, non è mai stato banale: è salito alle cronache un anno fa per aver smascherato con lo smartphone collegato al sistema di videosorveglianza l’ennesimo furto in chiesa, per aver officiato messa in spiaggia pur di coinvolgere anche i turisti («Siamo una parrocchia di 2500 persone che in estate diventano duecentomila», ha confidato in una trasmissione televisiva), o ancora per aver istituito la notte bianca, non per fare shopping, ma per confessarsi, con preti a disposizione tutta la notte. «E’ un problema di coscienza — sottolinea — Se corro a cento all’ora dove posso andare a 50, sono incosciente; se parcheggio sul marciapiede anche, siamo chiamati ad agire con coscienza. Questa cosa ci aiuta a riflettere... Quante famiglie mi chiedono aiuto perché sperperano i soldi in modo incosciente». C’è ancora la multa di Don Andrea... «Mi sono trovato in quelle zone vietate in cui non si può passare — ricorda — non è sempre facile accorgersi». Forse in quel caso non si sarà confessato.