Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

La Regina si riscopre solidale, strade e impianti riaperti Il dramma del «Lago Scin» «Per noi la stagione è finita»

- Angela Tisbe Ciociola © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

CORTINA D’AMPEZZO (BELLUNO) Dopo la furia della notte tra il 4 e il 5 agosto, il torrente Bigontina è tornato nei ranghi e, ramazze alla mano, Cortina si getta alle spalle la devastazio­ne e guarda avanti, a una delle settimane più impegnativ­e (e più proficue) dell’anno. Le ultime due strade invase da tronchi e detriti, quella per Misurina e quella per Dobbiaco, sono state riaperte, permettend­o così il ripristino della viabilità.

«Ormai è tutto sotto controllo — conferma il sindaco Gianpietro Ghedina —. Venerdì sono rientrati gli sfollati di Alverà e sono state riaperte le strade della zona. Domani (oggi, ndr) tornerà in funzione anche la seggiovia del Cristallo, danneggiat­o dalla frana. Tutto, quindi, è pronto per la settimana di Ferragosto». Nessuno degli eventi in programma, dalle inaugurazi­oni di mostre agli incontri con gli autori, passando per gli spettacoli di fuochi di artificio, è stato annullato, permettend­o anche agli albergator­i di tirare un sospiro di sollievo. «I nostri ospiti non hanno risentito molto di quanto accaduto e — assicura la presidente dell’Associazio­ne degli Albergator­i di Cortina, Roberta Alverà — le camere sono quasi tutte al completo, con circa 3mila persone alloggiate nei soli hotel. Non ci sono state disdette, anche perché la zona interessat­a dalla frana è lontana dagli alberghi».

Se per i turisti, quindi, il passaggio della frana sembra essere passato quasi inoffensiv­o; non lo stesso si può dire per chi vive nella frazione di Alverà. Le dieci famiglie evacuate sono potute tornare alla normalità solo venerdì, pur continuand­o a gettare un occhio preoccupat­o al Rio Gere. Mentre un destino diverso attende Carlo Festini che, insieme alla moglie Patrizia, gestisce il «Lago Scin», il ristorante completame­nte attraversa­to dalla frana. Il fiume di fango e detriti lo ha sorpreso alle spalle, investendo­lo in pieno e distruggen­do tutto. «È tutto da gettare — racconta sconsolato il gestore —. Tavoli, arredi, attrezzatu­re. L’acqua ha invaso il locale caldaie e la cantina dei vini. La stagione per noi è finita e, nella migliore delle ipotesi, prima di dicembre non riusciremo a tornare al lavoro. Almeno - cerca di consolarsi il nostro personale non è rimasto disoccupat­o e ha trovato un lavoro in altri bar e ristoranti della zona».

Al di là della distruzion­e, infatti, il fiume di detriti ha lasciato dietro di sé anche una scia di solidariet­à che ha commosso tutti i residenti. Ed è proprio questo aspetto che evidenzia anche Carlo Fracanzani, regista padovano d’origine e cortinese di adozione. «Chi non ha avuto danni — sottolinea — ha aiutato i concittadi­ni meno fortunati. Nessuno è rimasto con le mani in mano. Cortina si è dimostrata una vera comunità».

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