Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
M5S senza candidati ad Abano e Cortina
Non trova i candidati: il M5S non correrà alle elezioni ad Abano e Cortina, i due Comuni commissariati per le grane con la legge dei rispettivi sindaci. Per il movimento di «Onestà!» sarebbe stato un gol a porta vuota. E invece.
PADOVA Due Comuni commissariati per le grane avute dai rispettivi sindaci: rischiava di essere un goal a porta vuota per il movimento di cui dici il nome e subito arriva l’eco di «O-nestà! O-ne-stà». E invece il Movimento Cinque Stelle di sicuro non si candida a Cortina (il sindaco Andrea Franceschi si dimise in attesa della sentenza per turbativa d’asta) e forse neanche ad Abano, dove per un vorticoso giro di mazzette Luca Claudio si è fatto oltre otto mesi di carcere. Meglio: nel comune termale corre a sindaco un para-grillino e così il segmento politico pop e di destra con 7 candidati su 9 è già affollato.
Quello di simpatizzanti o iscritti che si candidano senza simbolo comincia ad essere un fenomeno emergente nel M5S, accade anche a Mirano e a Marcon e c’è un filo conduttore in tutti: il posizionamento per così dire di mercato del M5s e la complicata gestione di un partito senza organizzazione territoriale. Non che manchino le liste certificate ma metterle insieme è un’impresa, in Veneto, nonostante a livello nazionale il partito di Beppe Grillo veleggi sopra il 30%, secondo l’ultimo sondaggio Ipsos di Nando Pagnoncelli: negli 88 Comuni veneti al voto il prossimo giugno ce ne saranno 25, come dire una ogni tre paesi e mezzo. E ci si mettono pure le civiche succedanee e i fuoriusciti.
Abano. Nel 2016, indecisi fino alla fine, i pentastellati candidarono Massimo Zambolin sul filo di lana: finì col 7,76% dei voti, cioè 845 preferenze. Un anno più tardi Zambolin non c’è più e rischiano di non esserci nemmeno i 5S. A onor di cronaca un candidato sindaco ci sarebbe, l’avvocato Marco Pata, e pure i consiglieri. Manca il simbolo, e non è poco. Anzi, è tutto. «Abbiamo inviato la lista a Milano per la certificazione e il simbolo – spiega Pata -: al momento non siamo ufficialmente investiti, siamo un po’ in ritardo perché non pensavamo di candidarci». Si aspetta fino a mercoledì e se non dovesse arrivare l’ok dallo staff, non se ne farà nulla. «Non copiamo chi ci copia». Il riferimento è a Michele Di Bari che dal modus operandi del M5S ha preso più di uno spunto per la sua campagna elettorale di video su Facebook, ricorso alla rete per i suggerimenti e «onestà».
A Mirano c’è il candidato ufficiale Antonio Milan ma corre da sindaco anche il consigliere 5S Marco Marchiori con la civica La tua Mirano. Si aspettava l’espulsione ma non è arrivata. «Da tempo sono una voce critica nel movimento per le espulsioni e il dilagare di pubbliche relazioni che ha preso il sopravvento sulla proposta politica - spiega - Sono saldo nei principi ma il movimento si chiama sempre fuori: quando si deve eleggere il presidente della Repubblica, quando può incidere in Regione. E poi c’è una leadership strisciante di David Borrelli che fa solo disastri». A Marcon resta nel movimento il consigliere Carlo Zanatto ma si candida senza simbolo. «I principi sono gli stessi – precisa – Senza simbolo rischiamo di perdere voti, certo. Ma siamo più liberi».
Cortina, invece, è un caso di gestazione lunga. «Abbiamo costruito un gruppo che ha lavorato bene ma non siamo riusciti a chiudere con una squadra e un candidato sindaco ammette il deputato Federico D’Incà - L’attività politica continua, monitoriamo i cantieri dei Mondiali di Sci e le scelte del Comune».