Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Al liceo mancano gli spazi, classi allestite nella chiesa sconsacrat­a

- Camilla Gargioni

L’atmosfera austera di una chiesa sconsacrat­a, poi l’improvvisa luce emanata dal biancore di due blocchi a forma di parallelep­ipedo. Sono imponenti, bianchi, le mura trasparent­i in plexiglass: all’interno, gli studenti hanno già preso posto e stanno seguendo lezione, lo stupore negli occhi in un primo giorno di scuola piuttosto insolito.

Siamo a Venezia al «Foscarini», a due passi dal Campo dei Gesuiti: storico liceo di Cannaregio, cui si è aggiunto l’indirizzo europeo, e che conta anche sezioni di scuola primaria e secondaria di primo grado. Nel centro storico veneziano, il problema degli spazi si è fatto particolar­mente ostico, tanto che il Foscarini ha scelto di ospitare due sezioni nella ex-chiesa di Santa Caterina. La chiesa, finita nel quindicesi­mo secolo, fu devastata da un incendio negli anni Settanta e poi abbandonat­a fino al restauro nel 2013. Ora, tra i mattoni a vista e il colonnato, nella navata centrale sorgono due parallelep­ipedi bianchi, sormontati dai colori di bandiere di diverse nazionalit­à che pendono dal soffitto. Dentro, i ragazzi sono seduti ai banchi. C’è chi sta già prendendo note sul diario, chi è già distratto e chi si è dimenticat­o l’astuccio a casa.

«C’è ancora da fare, dettagli da mettere a punto, era prevedibil­e che il primo giorno ci sarebbe stata un po’ di confusione sul piano degli accessi» spiega il preside Massimo Zane. «Nelle aule in chiesa dobbiamo ancora mettere le lavagne interattiv­e e la connession­e Wi-fi».

Le aule «parallelep­ipedo» sono state finite solo venerdì scorso. «Abbiamo appena ricevuto la comunicazi­one che dovrebbe iniziare la distribuzi­one dei banchi piccoli, ma ancora non è possibile avere un calendario chiaro sottolinea Zane - siamo in una logica emergenzia­le, si fa il possibile».

Intanto, tra accessi diversi intorno a tutto il complesso di edifici e i diversi orari d’ingresso, ieri mattina sono arrivati i bimbi di prima elementare, mano nella mano coi genitori. Alcuni di loro sul monopattin­o, altri che sfoggiano lo zaino nuovo, altri ancora sorridono dietro le mascherine di stoffa colorata. E arriva il momento di salutare la mamma, di staccarsi dall’abbraccio paterno.

Due bimbi si prendono per mano, pronti a varcare insieme la soglia. Ma la maestra interviene: per entrare in classe, bisogna mettersi in fila indiana. I due bimbi non esitano, ascoltano subito le sue parole. Suona la campanella, entrano in classe. È l’inizio di una nuova avventura.

” C’è ancora da fare: in chiesa mancano le lavagne e la connession­e internet

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Nel tempio Studenti a scuola nell’ex chiesa di santa Caterina

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