Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Mascherine e gel in sala La prima volta al Lido Barbera: «Abituiamoci»
Il debutto (tranquillo) delle nuove norme di sicurezza
” Il direttore Abbiamo ricevuto molti film sul lockdown, anche girati con l’iphone, ma si accontentavano del dato cronachistico
L’esordio tanto atteso, la prova del nove con i primi spettatori in sala: ieri sera, in Sala Darsena e in parallelo al Palabiennale, c’è stata la proiezione di Molecole di Andrea Segre, il film della preapertura della prima edizione della Mostra del cinema in epoca Covid.
Edizione partita senza intoppi: gli spettatori si sono disposti ordinati in fila, tutti con le mascherine calate sul volto e la prenotazione del posto stretta tra le mani. Certo, qualcuno ai varchi d’accesso si è presentato senza, ma è subito stato invitato a indossarla correttamente.
Niente passerelle di star, né tantomeno di politici (non dimentichiamo che siamo in tempo di elezioni), ma tanti veneziani e lidensi che tornano al cinema nella serata a loro dedicata.
In fila, nascosta dietro una mascherina in tessuto scuro, c’è Cecilia Alemani, curatrice della Biennale Arte 2022 e che ha curato e coordinato la mostra «Le muse inquiete. La Biennale di fronte alla storia» ai Giardini. «Sono felice di prendere parte a questa preapertura – commenta – Dopo aver lavorato tutto questo tempo sull’archivio e aver visto le immagini di questi luoghi negli anni Trenta, è bello ammirarne dal vivo gli edifici, vedere il “contenitore” della Mostra e comprenderne il legame con Venezia».
Entrando in sala, solo 700 dei 1.400 posti vengono occupati, per rispettare i necessari distanziamenti. A metà sala, ha già preso posto il rettore di Ca’ Foscari Michele Bugliesi. «La Mostra è una delle cose belle di Venezia, tra le più interessanti – dice –. Sono stati mesi difficili e particolari quelli che ci hanno preceduto, in cui ho lavorato molto, Ora, piano piano, la città sta tornando in vita».
Mentre si fanno vedere alcune autorità cittadine, dall’assessore al Bilancio Michele Zuin al capo dei vigili Marco Agostini a rappresentanti delle forze dell’ordine e della prefettura, sul piccolo red carpet di fronte alla sala Darsena è arrivato il regista insieme al cast.
«Un documentario su Venezia è il modo migliore per dare il via a questa Mostra – commenta la vogatrice veneziana Elena Almansi, che nasconde l’emozione di esser passata da spettatrice ad attrice –. È un simbolo di rinascita per la nostra città». Ultimi scatti sul tappeto rosso e il cast raggiunge la sala.
«Voi siete altrettanto protagonisti di questa Mostra – esordisce, rivolgendosi al pubblico, il presidente della Biennale Roberto Cicutto – Siete l’immagine della responsabilità, della coscienza e dell’accettazione delle regole. Senza il vostro contributo, questa Mostra non si potrebbe fare». Applausi fragorosi coprono la voce di Cicutto mentre annuncia il direttore del settore Cinema, Alberto Barbera. «Fa impressione trovarsi di fronte a una sala dimezzata, ma dobbiamo abituarci – dice –. È un anno eccezionale, speriamo sia un’edizione senza repliche. Perché abbiamo scelto Molecole e non un film restaurato come di consueto? Abbiamo ricevuto molti film sul lockdown, a volte anche girati con l’iphone, ma si accontentavano del dato cronachistico. Il film di Andrea ci ha colpito perché era completamente diverso».
Infine, la parola passa a Segre, che è indeciso se togliere o tenere la mascherina mentre parla al microfono: pronuncia due frasi per riassumere il film, poi, parlando del padre, la voce si spezza. Calano le luci, la proiezione ha inizio.
Intanto in Laguna sono stati avvistati i primi divi, le storie Instagram del rapper Marracash e della fidanzata Elodie non lasciano dubbi: arrivo in taxi, tour a Burano e oggi chissà, magari li vedremo sulla spiaggia dell’excelsior.