Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Il termometro-pistola il gel e le ciabattine Battere il virus è un gioco «Ma un po’ di ansia c’è»
I genitori: «Lavoriamo, con 2 linee di febbre sono guai»
Il primo bambino arriva poco prima delle 9, mano nella mano con la sua mamma. Passano il cancello, seguono il percorso ad hoc – individuato con del nastro rosso e bianco – e arrivano nell’area pre-triage dove ad entrambi viene misurata la temperatura. Inizia così il primo giorno alla scuola dell’infanzia Immacolata Concezione di Dese (Venezia), una struttura d’ispirazione cattolica che fa parte della galassia Fism.
«Oggi accogliamo 13 bambini iscritti al primo anno – spiega Fiorenzo Bison, presidente dell’omonima associazione che gestisce la scuola – da giovedì ospiteremo anche tutti gli altri per entrare a pieno regime il 14 settembre quando offriremo anche il tempo pieno». Bison smette di parlare. E’ arrivata un’altra mamma con il figlio e lui, insieme a un’operatrice, si occupa in prima persona dell’accoglienza.
Il bambino è timido, si nasconde dietro le gambe del genitore, ma Bison e l’operatrice gestiscono le operazioni come fosse un gioco. Prima puntano la «pistola» per misurare la temperatura sulla fronte dell’adulto; poi su quella del bimbo che pare per nulla infastidito. «36.2, 36 – dice Bison – potete entrare». In questo primo giorno, dedicato all’accoglienza dei bimbi iscritti al primo anno, anche il genitore accompagnatore accede infatti all’istituto per aiutare il figlio ad ambientarsi. A differenza del piccolo, per i genitori è però obbligatoria la mascherina.
Mamma e figlio sono quindi pronti ad entrare. Anzi, quasi: prima di accedere agli spazi interni sono infatti necessari ulteriori passaggi. L’operatrice spruzza dell’igienizzante sul tappetino d’ingresso, mamma e bambino si puliscono le scuole, ed entrano in un piccolo atrio. Qui si tolgono le scarpe e ricevono da un’insegnante, munita di mascherina come tutte le sue colleghe, delle ciabattine. Finalmente i due possono entrare nell’area comune.
La struttura è stata organizzata nel dettaglio: sono state create due isole, ognuna delle quali verrà utilizzata da una
Investimenti
La scuola ha acquistato una lavastoviglie di ultima generazione e piatti e posate per tutti
delle due sezioni in cui sono stati divisi i 43 bimbi che si sono iscritti alla scuola dell’infanzia. «Abbiamo diviso gli spazi meticolosamente – continua Bison – e abbiamo anche diviso i gruppi con raziocinio informandoci, per esempio, sui bambini che magari si conoscono e si vedono anche all’esterno mettendoli così nella stessa sezione. Abbiamo anche fatto investimenti: abbiamo comprato una grande lavastoviglie di ultima generazione e piatti per il servizio mensa: gli anni scorsi le famiglie portavano i loro da casa».
Bison smette di nuovo di parlare. Sono arrivate altre due famiglie: una mamma che accompagna il figlio, e una coppia che accompagna un altro bambino. Viene chiesto loro di stare a distanza e di aspettare il proprio turno. Alla coppia viene anche specificato che un solo genitore può fare da accompagnatore. Poi ripartono le operazioni: misurazione della febbre, sanificazione delle scarpe e consegna delle ciabattine. Possono entrare. «Mi sembra che stia andando tutto bene – dice Antonella Minello, insegnate coordinatrice della scuola – abbiamo preparato le cose con ordine e abbiamo alle spalle l’esperienza dei centri estivi fatti poco tempo fa. Paura del contagio? No, sarà che sono ottimista per natura ma abbiamo preparato le cose al meglio. Per me il rischio è più basso qui che in altre situazioni che vedo in giro».
E i genitori hanno timore? «Un po’ di apprensione c’è sempre – dice Daniele che ha appena accompagnato la figlia – ma vedo che si sono organizzati. Sarà un po’ complicato se una mattina mia figlia avesse la temperatura alta e non potrà entrare perché io solitamente lavoro. Abbiamo però già allertato nonni e parenti per darci una mano».
Le prove generali
I centri estivi sono stati, specie per le scuole paritarie, una sorta di «prova generale»