Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Mi sono tuffato, gli altri guardavano»
Donna finisce sott’acqua in canale dopo lo schianto. Il racconto di chi l’ha salvata
«Non ho esitato a CURTAROLO tuffarmi per salvare quella donna. La cosa che triste è che solo io e un collega siamo entrati in acqua mentre tanti curiosi sono rimasti con le mani in mano». È il racconto dell’uomo che ieri mattina si è immerso nel canale Muson dei Sassi a Curtarolo per estrarre una donna di 36 anni dalla sua auto finita sott’acqua dopo un incidente. Stava annegando, non respirava. È stata salvata, grazie ai due uomini e ad una dottoressa di passaggio.
«Non ho esitato a CURTAROLO tuffarmi per salvare quella donna. La cosa che triste è che solo io e un collega siamo entrati in acqua mentre tanti curiosi sono rimasti con le mani mano». Alessandro Lunardi, quarantunenne dipendente del molino Agugiaro & Figna di via Monte Nero a Curtarolo, ieri mattina ha sfruttato le sue doti da apneista, si è immerso nel Muson dei Sassi e ha estratto dal suo abitacolo una trentaseienne padovana prima che annegasse. La donna verso le 8, forse per un malore o per una distrazione, ha saltato un semaforo rosso al’incrocio, centrando con la sua Seat Ibiza una Peugeot 208 guidata da un quarantenne padovano che era diretto verso il centro di Curtarolo. Dopo una carambola ha colpito anche una Toyota Yaris, finendo nel canale che costeggia la provinciale 46. «Ero appena arrivato al lavoro, ho sentito il rumore tipico di uno schianto, ho visto la macchina immergersi e alcuni passanti urlare che dentro c’era una persona. Io e il collega Sergio Marzocchi ci siamo tuffati, abbiamo aperto la portiera e siamo riusciti a tirarla fuori per i piedi. Era bianca cadaverica, non respirava e l’abbiamo portata a riva. Sono appassionato di immersioni sportive, ho fatto diversi corsi di primo soccorso e ho iniziato il massaggio cardiaco».
Nella disgrazia la vittima ha avuto la fortuna che in quel momento passasse anche Federica Menzato, trentaduenne di Villa del Conte, specializzanda di terapia intensiva neonatale a Padova, che si stava recando al lavoro. «Mi sono avvicinata, uno dei due ragazzi stava praticando le manovre salva vita e la donna era in condizioni disperate. Con me ho sempre una pocket-mask di emergenza, l’ho presa, iniziando le ventilazioni. Lentamente la ragazza ha ripreso a respirare e anche il battito cardiaco è ritornato. Arrivati i colleghi del Suem 118 l’hanno presa in carico e trasferita in pronto soccorso». Sul posto sono intervenuti i pompieri che hanno scandagliato il corso d’acqua per cercare eventuali altri passeggeri e recuperare l’autovettura mentre tutta la dinamica è stata ricostruita dagli agenti della polizia locale della Federazione del Camposampierese del comandante Antonio Paolocci. I due dipendenti del Molino dopo le deposizioni sono tornati in sede così come la giovane specializzanda che si è diretta in città a Pediatria. «Paura del Covid? Non ci ho pensato neanche un attimo - spiega la dottoressa - la priorità era salvare quella vita. Adesso mi sottoporrò a tampone ma questo è il meno».
Le condizioni della trentaseienne restano comunque gravi. Trasportata in ospedale a Camposampiero è ancora ricoverata in prognosi riservata anche se in serata i medici hanno fatto trapelare un cauto ottimismo. Medicato anche il conducente della Peugeot mentre è rimasta illesa l’altra donna coinvolta nello scontro. Lunardi, scesa l’adrenalina, si sente poco eroe: «Sono deluso dall’atteggiamento degli altri testimoni. Prima che io mi lanciassi in acqua un nutrito gruppo di persone si era fermato ma nessuno aveva mosso un dito. Io non oso immaginare come si sarebbero sentiti se la donna fosse morta. Sono tutti bravi a parole ma quando è ora di agire tutti hanno paura di sporcarsi le mani».
” Il soccorritore Non ho esitato a gettarmi, insieme al collega siamo riusciti a tirarla fuori: era cianotica. Intorno a noi, tanta gente che era rimasta a guardare. Sono deluso