Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Aumentano vittime e guariti
In un giorno 37 morti ma 71 dimessi. Allarme case di riposo: contagiati anche 211 dipendenti. «Nuovi focolai»
Coronavirus, una giornata con due segni, uno negativo e uno positivo. Ieri sono stati 37 i morti, ma si registrano anche 71 guariti. Il nuovo allarme suona nelle 360 case di riposo che rischiano di diventare nuovi focolai. I degenti contagiati sono 336, e ci sono già 30 morti. I dipendenti infettati risultano 211.
Inizia la fase più critica dell’emergenza coronavirus Covid-19, per il Veneto. Ieri si è raggiunto il record di contagi, 513, per un totale di 6582, e anche il record di vittime: 37 in un solo giorno. Ora i morti salgono a 273, con i cluster di Treviso e Verona città che ne contano rispettivamente 52 e 38. La sola buona notizia sono i 485 pazienti dimessi dagli ospedali (71 ieri) ma il nuovo allarme suona nelle 360 case di riposo che, ospitando 30mila anziani, rischiano di diventare nuovi focolai.
Secondo l’ultimo report della Regione, i degenti contagiati dal virus sono 336 e ci sono già 30 morti. I dipendenti infettati risultano 211. Le aree più colpite sono quelle dell’usl Euganea, che conta 145 casi confermati, 57 addetti malati e 13 deceduti tra le strutture di Merlara e Monselice. Segue l’usl Marca Trevigiana, con 72 ospiti positivi, 47 dipendenti infetti e undici decessi. Ma ogni Usl registra pazienti Covid nelle case di riposo e la Pedemontana ne registra il più alto numero tra gli operatori: 63.
Una situazione che rischia di esplodere, perciò la Regione ha predisposto un piano di contenimento. «Sulle strutture per anziani c’è un monitoraggio continuo — spiega Manuela Lanzarin, assessore alla Sanità — la maggioranza dei degenti positivi sono seguiti all’interno, isolati dal resto degli ospiti, mentre i più gravi sono stati ricoverati. I direttori generali delle Usl stanno distribuendo le mascherine chirurgiche a tutti, anziani e personale. L’altro problema è che molti dipendenti sono infetti e quindi tante strutture faticano a organizzare i turni. Ne stiamo cercando altro con le cooperative sociali e vediamo se sia possibile ricorrere anche a quello dei centri diurni, a casa perché questi servizi sono sospesi. Intanto in alcune strutture sono arrivati i volontari della Croce Rossa». I 400 operatori sociosanitari (Oss) appena formati in via telematica erano già destinati alle Usl che ne avevano fatto richiesta. Ora però i dg possono attingere, pure per gli ospedali, agli ulteriori 780 tra medici, infermieri e Oss reclutati con l’ultimo bando da Azienda Zero.
«Ogni Usl rileva cento tamponi al giorno su ospiti e operatori delle case di riposo — aggiunge Lanzarin — altri 100/200 sul personale ospedaliero e 50/100 sui medici di famiglia. E poi ci sono tutti i contatti diretti e occasionali dei casi positivi». Il senatore Antonio De Poli (Udc) chiede al governo «un fondo straordinario per la sanificazione delle residenze per anziani, per garantire i dispositivi individuali di protezione e fare i test a tutti, asintomatici inclusi». «È fondamentale assicurare la continuità operativa di queste strut
Luca Zaia
Le nostre proiezioni ci dicono che ci sarà un costante incremento di contagi, casi patologici e ricoveri
ture — avverte De Poli — valutando il possibile ricorso a medici e infermieri dell’esercito».
E’ una delle facce dell’emergenza: «I nostri modelli ci dicono che c’è un costante incremento di contagi, casi patologici e ricoveri — rivela il governatore Luca Zaia —. E’ un virus che fa danni, dalle autopsie eseguite in Cina emerge che chi non è morto di polmonite è stato stroncato da encefalite, insufficienza reale, miocardite. C’è poco da scherzare. La sanità veneta ha messo in piedi una macchina da guerra favolosa, che però tutti i cittadini devono aiutare, stando a casa. Mi riferiscono soprattutto agli anziani. Noi stiamo lavorando giorno e notte per incrementare i letti di Terapia intensiva — aggiunge Zaia — negli ultimi due giorni sono arrivati altri 90 respiratori, quindi questa settimana andremo a regime». Ovvero a quota 713 letti, con l’obiettivo finale di allestirne 760 pubblici e 65 privati, per una dotazione complessiva di 825. A proposito dei respiratori confiscati agli studi veterinari, precisa il presidente del Veneto: «Prendiamo quelli al momento non utilizzati perché riservati agli interventi programmati, che sono stati sospesi. Compreso quello del mio cane. Ma per le urgenze veterinarie e i casi gravi i respiratori ci sono».l’altro fronte sul quale si sta lavorando è il piano per dirottare, in caso di necessità, i medici dei reparti con l’attività di elezione bloccata (soprattutto ortopedici, oculisti, chirurghi e specialisti ambulatoriali) agli Infettivi. Lo stesso vale per gli infermieri. Se poi dovesse mancare personale nelle Terapie intensive, altri camici bianchi saranno formati rapidamente per affiancare gli anestesisti.
Infine, «su sollecitazione di tante mamme», il governatore valuta se ampliare i 200 metri attorno alla propria abitazione concessi ai veneti per passeggiare a favore di persone autistiche e altre che necessitano di maggiore movimento. E a proposito di madri, la Regione ha risposto alle maggiori preoccupazioni delle donne in gravidanza.