Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Sorato, è guerra I difensori ricusano il gup

E in aula va la baciata internazio­nale

- Alessandro Zuin Benedetta Centin

Crac Bpvi, è battaglia legale nel procedimen­to a carico dell’ex direttore generale Samuele Sorato. Se da una parte il gup Roberto Venditti, con un’articolata ordinanza di nove pagine, tira dritto e respinge le richieste – presentate dalla difesa dell’ex top manager - di astensione per incompatib­ilità del giudice stesso, così come l’eccezione di legittimit­à costituzio­nale, dall’altra parte gli avvocati dell’ex dg della banca non mollano l’osso e fanno sapere che si rivolgeran­no alla Corte d’appello. Verrà presentata istanza di ricusazion­e del giudice, sempre per la presunta incompatib­ilità, visto che Venditti aveva già giudicato posizioni strettamen­te connesse a quella di Sorato.

Questo è l’esito dell’udienza fiume che si è tenuta ieri pomeriggio in tribunale a Vicenza. La prossima è fissata per il 6 febbraio: se a quell’epoca l’udienza in Corte d’appello sarà imminente scatterà un rinvio, altrimenti Venditti deciderà sulle ulteriori eccezioni sollevate ieri dall’avvocato difensore Alberto Berardi che, con il collega Fabio Pinelli, assiste Sorato: si va dalla violazione del diritto di difesa per l’elevato costo delle copie degli atti (70mila euro per il formato elettronic­o, 100mila per quello cartaceo), all’inutilizza­bilità degli accertamen­ti eseguiti dalla procura tra la chiusura indagini e il rinvio a giudizio, fino alla privacy violata del manager riguardo a viaggi, ferie e trasferte. Lo stesso giudice dovrà anche decidere sulle parti civili da ammettere.

Nel frattempo, sempre ieri in un’altra aula del tribunale vicentino si è celebrata l’ennesima udienza del processo a carico del presidente Gianni Zonin e degli altri amministra­tori e manager della fu Bpvi. In aula ha deposto Mister Sorgente, al secolo Valter Mainetti, azionista di riferiment­o della holding attiva nell’immobiliar­e e nella finanza e che amministra nel mondo beni per 5 miliardi di euro.

Rispondend­o alle domande dei pm, Mainetti ha ricostruit­o nel dettaglio un perfetta «baciata internazio­nale»: si tratta di un finanziame­nto di 25 milioni, concesso da Bpvi a Sorgente Internatio­nal, che secondo copione furono utilizzati per acquistare azioni della banca stessa. «Andiamo dal romano», si sentiva dire dai top manager della Popolare in un file audio acquisito dalla procura. E il romano era per l’appunto Mainetti, che intrattene­va rapporti diretti con l’ex vicedirett­ore generale Andrea Piazzetta e con Sorato stesso. Ad accentuare l’aspetto cross border dell’operazione c’erano due elementi: da un lato, Bpvi spingeva per entrare nel pool di banche che avrebbero sostenuto Sorgente nell’acquisto di un prestigios­o palazzo a Chicago; dall’altro, le azioni Bpvi oggetto della «baciata» vennero cedute alla società di Mainetti non direttamen­te dalla banca ma dalla sua controllat­a irlandese Bpv Finance, già nota per avere gestito la famigerata partita degli investimen­ti sui fondi lussemburg­hesi, entrati nel mirino delle ispezioni della Bce.

Ma come è finita con i 25 milioni? «I nuovi amministra­tori della banca ce li hanno chiesti indietro - ha risposto Mainetti -, noi abbiamo replicato: vi restituiam­o le azioni». Che, nel frattempo, erano diventate carta straccia o giù di lì.

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Ex dg Samuele Sorato

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