Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Quarantamila pacchi regalo restano a terra
La media, nelle frenetiche settimane pre natalizie, è di 150 pacchi da consegnare in 12 ore, ai limiti del possibile. Così i driver di Fedex incrociano le braccia e lasciano a terra circa 40 mila pacchi.
Hanno spento i motori, fermato i pedali, piegato il monopattino e lasciato i pacchi al buio. Da ieri i driver di Fedex mollano i regali di Natale a terra per incrociare le braccia. Oggi è il secondo giorno di sciopero e i magazzini sono già stracolmi. Migliaia di regali affastellati negli scaffali in attesa di un furgone, di una bici, di una barca, di un monopattino per percorrere il loro ultimo miglio. I destinatari li vedranno, forse, dopo le feste. Sono troppi: ogni fattorino deve consegnare e ritirare tutti i giorni un minimo di 150 pacchi in 12 ore. Si parla di ventimila spedizioni ogni 24 ore nel Veneto a carico di Fedex, che è il secondo spedizioniere in regione dopo Bartolini. Fresca d’acquisto della Tnt, da tempo spedisce anche per conto di Amazon. Ma mai abbastanza, soprattutto sotto Natale: a detta dei sindacati a dicembre il carico raddoppia «e i driver scoppiano, sfiorando le quarantamila consegne giornaliere.
E già prima, durante il black friday, erano aumentate del 30%» denuncia Romeo Barutta, responsabile Filt Cgil Veneto: «Alle 6.30 del mattino si preparano il carico e non finiscono prima delle 19». Consegne che i 175 driver veneti devono sbrigare in una manciata di minuti, anche in giornate nevose come queste. 80 di loro gravitano con i pacchi attorno alla filiale di Padova, 45 a quella di Verona, 25 a quella di Pordenone e altri 25 tra Portogruaro, Marcon e aeroporto Marco Polo, nel Veneziano.
C’è anche un punto di secondo livello a Treviso, così come a Vicenza. Tutti loro ieri hanno tirato il freno a mano. E rischiano di non mollarlo per tutta la settimana. Già il 25 novembre la Cgil aveva proclamato lo stato di agitazione. Nulla di fatto durante i confronti con l’azienda nei giorni successivi. Ed era prevedibile, perché in realtà questi 175 non sono alle strette dipendenze di Fedex, che ha dato in appalto la consegna dell’ultimo miglio (cioè quella del fattorino che suona al campanello di casa) a una decina di aziende minori.
«Fedex ci ha detto che le condizioni di questi lavoratori non sono un suo problema, ma piuttosto delle società in appalto - riferisce Barutta -. Ma è proprio qui che si cela il sistema di sfruttamento. E non riguarda solo questa azienda». 12 ore al giorno interrotte da una pausa caffè sono oggi la norma. «Negli ultimi due anni - spiega ancora il sindacato - hanno caricato l’ultimo miglio in maniera spaventosa. E si lavora al limite del rispetto del codice della strada per onorare i tempi. Se non interverranno novità positive lo sciopero continuerà per tutta la settimana».