Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Da Smev a Tessitura Monti Nelle aziende in crisi in bilico 1.500 posti di lavoro

- Gianni Favero

Non saranno i numeri che si calcolavan­o ad ogni vigilia di Natale negli anni più profondi della crisi. Ma in Veneto ad andare in vacanza con un’inquietudi­ne sul proprio futuro lavorativo, fatte le somme, saranno circa 1.500 lavoratori. E dopo il caso più recente, quello della Smev di Bassano, la cifra è destinata a salire mercoledì prossimo, quando Sàfilo presenterà il piano industrial­e. Gli esuberi sui dipendenti dello stabilimen­to di Longarone che, dal 2021, non avranno più le montature Dior da realizzare, secondo i rumors, potrebbero arrivare vicini alle 500 unità.

I casi più gravi di crisi aziendale sono seguiti dalla Regione, che ha aperto negli ultimi mesi tavoli dedicati e rispetto alle quali le ipotesi di soluzione hanno probabilit­à di successo altrettant­o variabili. Per iniziare dal caso più corposo, si deve parlare del dossier Auchan-conad. La crisi dell’insegna francese della grande distribuzi­one che ha deciso di uscire dall’italia tocca molti punti vendita regionali in cui operano in tutto 1.500 addetti, per 690 dei quali la posizione si è risolta con i negozi passati o in via di transito alla sigla italiana. Operazione che però, ad oggi, esclude 660 unità operative in sedi Auchan dal destino non definito. Dato il carattere composito del consorzio Conad ciò a cui si punta è una regia condivisa ed un ricollocam­ento degli eventuali altri esuberi ex Auchan.

Nel pieno della burrasca si trovano intanto i 290 dipendenti di Acc-wanbao di Mel, storico stabilimen­to de i compressor­i per frigorifer­i che la proprietà cinese intende abbandonar­e dopo una gestione di 5 anni da cui ci si attendeva una risalita rispetto al quadro prefallime­ntare precedente. Tutta la metalmecca­nica bellunese si fermerà per l’intera giornata, il 10 dicembre, per richiamare l’attenzione sul carattere «predatorio» dimostrato da investitor­i stranieri con cui i tentativi di dialogo paiono caduti nel vuoto.

Dialogo, pare, altrettant­o infruttuos­o, visto l’umore con cui l’assessore al lavoro, Elena Donazzan, ha chiuso la riunione a Venezia la scorsa settimana, anche con la proprietà

Protesta Meccanica bellunese in sciopero martedì sul caso Wanbao

L’esito Soluzione positiva per Unilever con la cessione del sito

di Tessitura Monti, di Maserada, nel Trevigiano. La richiesta di stato d’insolvenza, nella speranza che la magistratu­ra affidi la gestione della storica insegna trevigiana ad un commissari­o, non sarebbe stata motivata con la dovuta chiarezza e 248 operai continuano da dieci giorni a lavorare senza la sicurezza di esser pagati. Le forniture iniziano a scarseggia­re tanto che si chiede al giudice di anticipare l’udienza per l’ammissione all’amministra­zione straordina­ria fissata per l’8 gennaio.

La vicenda fa il paio con quella della Stefanel, già passata ad un commissari­o. Ai 70 dipendenti di Ponte di Piave (Treviso), in attesa di un piano industrial­e di rilancio, è stata riconosciu­ta la cassa integrazio­ne fino alla prossima estate. Ancora un passaggio sulla grande distribuzi­one con Mercatone Uno. Anche qui default e commissari­o, benché una certa quota delle persone assistite dagli ammortizza­tori sociali (135 nella tranche di gennaio e 119 in servizio nei quattro siti della regione) abbia trovato ricollocaz­ioni più o meno stabili o raggiunto l’età pensionabi­le. I posti a rischio sono ora 124.

Le cronache del lavoro riferiscon­o però anche di casi che parevano gravi e che invece hanno trovato una buona via d’uscita. La partnershi­p dei trentini delle marmellate Menz & Gasser con Unilever, con la prevista acquisizio­ne dello stabilimen­to veronese di Sanguinett­o dei dadi Knorr, indirizzat­o alla dismission­e, ad esempio, salverà i 40 su 76 dipendenti non pensionabi­li.

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