Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Vaccini, negli asili arrivano i Nas
Controlli sulle autocertificazioni, già scoperti due «falsi» nel Vicentino. I sospetti di Brugnaro
Nas negli asili di tutte le province venete, in queste ore, per appurare la veridicità delle autocertificazioni presentate dai genitori dei bambini tra zero e sei anni, per i quali vige l’obbligo di assumere dieci vaccini. Pena l’esclusione da scuola e una multa fino a 500 euro. Le ispezioni svolte a Padova non hanno accertato irregolarità, mentre due falsi sarebbero emersi a Vicenza e a Venezia ne teme altri il sindaco Brugnaro.
Nelle stesse ore in cui la Camera decide di mantenere l’obbligo vaccinale per gli studenti tra zero e 16 anni, il ministero della Salute manda i Nas anche negli asili del Veneto, l’unica regione, nel 2007, ad aver abolito il diktat. E terra dei no vax. L’obiettivo del Comando carabinieri per la tutela della Salute, attivato dal dicastero retto da Giulia Grillo, è di appurare l’autenticità delle autocertificazioni presentate dai genitori dei bambini tra zero e 6 anni al posto del libretto, o dell’attestazione o del certificato vaccinale. Dichiarazioni che possono contenere o l’elenco delle vaccinazioni effettuate oppure l’appuntamento preso entro giugno scorso all’usl per farle o completarle. La legge Lorenzin nega infatti la frequenza a Nido e scuole materne ai piccoli che non abbiano assunto i dieci sieri imposti (anti-poliomelite, antidifterica, antitetanica, antiepatite B, anti-pertosse, anti Haemophilus influenzae tipo B, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella) più una multa fino a 500 euro, estesa agli alunni inadempienti di elementari, medie, superiori e biennio dei Centri professionali. I quali però possono comunque entrare a scuola.
I Nas hanno eseguito controlli a campione a Padova, dove non hanno accertato irregolarità, e ieri erano operativi a Verona, Vicenza, Rovigo, Treviso, Venezia e Belluno. Due autocertificazioni false sarebbero già emerse nel Vicentino, mentre a Venezia il sindaco Luigi Brugnaro «sospetta che alcune autocertificazioni non siano regolari. Andranno in Procura». I carabinieri devono verificare la corrispondenza tra quanto dichiarato dai genitori e il reale stato dei bambini certificato dall’anagrafe vaccinale regionale, incrociando i dati. Operazione per le altre sei province ancora in corso, ma va detto che centinaia di no vax hanno preferito tenere a casa i figli, piuttosto che rischiarne l’allontanamento da scuola. O essere denunciati. «Se troviaper mo una posizione irregolare, allertiamo l’usl competente e denunciamo per falso in atto pubblico l’autore dell’autocertificazione non veritiera — spiegano dal Comando del Nas —. Si potrebbero poi contestare responsabilità a carico dei dirigenti scolastici che abbiano accettato l’iscrizione di bimbi non immunizzati, perciò li abbiamo esortati a stare all’erta». Il lavoro è finalizzato pure a smascherare l’escamotage più diffuso tra i no vax di altre regioni, dove è emerso che l’appuntamento preso con l’azienda sanitaria non era per immunizzare il bambino ma per chiedere chiarimenti.
«Nel momento in cui è in vigore la legge sull’obbligo vaccinale, gli organi deputati al controllo devono accertarne il rispetto e l’applicazione — ragiona Fabrizio Boron, presidente della commissione regionale Sanità —. L’anno scolastico è partito, non c’è ancora chiarezza totale, perciò le verifiche vanno fatte, anche
mila e 425 i minori tra 0 e 16 anni inadempienti. Di questi, 18.367 vanno all’asilo evitare che ci scappi il danno. E’ un’azione preventiva, non punitiva, anche se mi chiedo come faranno i carabinieri a controllare i dati nelle regioni prive di Anagrafe vaccinale». «La scelta del governo di permettere l’iscrizione a scuola con una semplice autocertificazione è folle — avverte Alessandra Moretti, consigliere regionale del Pd —. Ben vengano le ispezioni dei Nas per scovare i furbetti: in realtà sono criminali che mettono a rischio non solo la salute dei propri figli, ma anche e soprattutto quella dei bambini che non possono vaccinarsi».
«I Nas sono arrivati nei nostri asili di Verona e Vicenza — conferma Stefano Cecchin, presidente regionale della Fism (Federazione delle materne parificate) — hanno preso nota delle famiglie che hanno depositato l’autocertificazione, una minoranza, e ora ne stanno esaminando l’attendibilità. Non ci sono genitori che non abbiano presentato nulla, quindi nessun iscritto è rimasto fuori. Quanto ad eventuali responsabilità da contestare ai gestori o ai dirigenti delle scuole in caso di autocertificazioni false — aggiunge Cecchin — verificheremo con il nostro ufficio legale se ciò sia possibile. Non siamo funzionari di polizia nè sanitari, quindi non tocca a noi assodare se un alunno abbia realmente assunto i dieci vaccini obbligatori e relativi richiami o no. E’ compito dell’usl, a ognuno il suo».
Chiude Armando Tirelli, presidente veneto dell’associazione nazionale presidi: «I controlli garantiscono il rispetto di una norma nata per assicurare a tutti il diritto allo studio senza che venga messa a repentaglio la salute pubblica. Se qualche genitore ha imbrogliato, dimostra tutta la sua debolezza, non capendo che così danneggia l’intera collettività, di cui fa parte».