Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
La protesta dei fuori sede: «voto costoso»
Lo chiedono da anni, ma nessuno ascolta. Nel giorno delle elezioni gli studenti fuorisede del Bo hanno rilanciato la mobilitazione per il diritto al voto nella loro città adottiva. Anche quest’anno infatti chi studia lontano da casa non ha potuto votare a Padova e ha dovuto sobbarcarsi viaggi molto dispendiosi per raggiungere il seggio elettorale, oppure rinunciare. Studenti perUdu ha aderito alla campagna #iovotofuorisede, pubblicando su Facebook la «fotopetizione» di alcuni fuorisede con tessera elettorale e cartello esplicativo: da Mondovì a Teramo, da L’Aquila a Locorotondo, a qualcuno il voto è costato centinaia di chilometri, decine di euro e più di dieci ore di viaggio. Disagio compensato solo in parte dalle agevolazioni sui trasporti: sconto di 40 euro sugli aerei Alitalia, sconti del 60%-70% sui treni Trenitalia, Italo e Trenord, sconti del 60% sui traghetti Tirrenia e pedaggio gratis per gli automobilisti residenti all’estero. «Le ore di viaggio, sommate ai costi proibitivi che il rimborso riesce solo parzialmente a tamponare, sono una vera limitazione della democrazia», denuncia Enrico Mazzo di Studenti per-Udu. Ieri l’Ateneo ha sospeso le lezioni proprio per facilitare la partecipazione al voto dei fuorisede, ma il problema è la legge elettorale: in Italia il voto lontano da casa è consentito solo a degenti ospedalieri, militari e detenuti, mentre in altri Paesi tutti possono votare per delega, per corrispondenza o in un seggio diverso dal proprio. A Padova, dove gli studenti fuorisede sono circa 40 mila, molti hanno preferito restare in città e astenersi: «Il disagio riguarda soprattutto i fuorisede residenti al Sud e nelle isole — dice Riccardo Michielan (Sindacato degli studenti) —. Alcuni magari avevano già programmato il rientro a casa prima o dopo il voto e non potevano permettersi un altro viaggio. Il paradosso è che chi vive all’estero può votare dov’è e chi vive in Italia ma lontano da casa no. Finché non cambierà qualcosa, i fuorisede resteranno in un limbo».