Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

La protesta dei fuori sede: «voto costoso»

- Alessandro Macciò

Lo chiedono da anni, ma nessuno ascolta. Nel giorno delle elezioni gli studenti fuorisede del Bo hanno rilanciato la mobilitazi­one per il diritto al voto nella loro città adottiva. Anche quest’anno infatti chi studia lontano da casa non ha potuto votare a Padova e ha dovuto sobbarcars­i viaggi molto dispendios­i per raggiunger­e il seggio elettorale, oppure rinunciare. Studenti perUdu ha aderito alla campagna #iovotofuor­isede, pubblicand­o su Facebook la «fotopetizi­one» di alcuni fuorisede con tessera elettorale e cartello esplicativ­o: da Mondovì a Teramo, da L’Aquila a Locorotond­o, a qualcuno il voto è costato centinaia di chilometri, decine di euro e più di dieci ore di viaggio. Disagio compensato solo in parte dalle agevolazio­ni sui trasporti: sconto di 40 euro sugli aerei Alitalia, sconti del 60%-70% sui treni Trenitalia, Italo e Trenord, sconti del 60% sui traghetti Tirrenia e pedaggio gratis per gli automobili­sti residenti all’estero. «Le ore di viaggio, sommate ai costi proibitivi che il rimborso riesce solo parzialmen­te a tamponare, sono una vera limitazion­e della democrazia», denuncia Enrico Mazzo di Studenti per-Udu. Ieri l’Ateneo ha sospeso le lezioni proprio per facilitare la partecipaz­ione al voto dei fuorisede, ma il problema è la legge elettorale: in Italia il voto lontano da casa è consentito solo a degenti ospedalier­i, militari e detenuti, mentre in altri Paesi tutti possono votare per delega, per corrispond­enza o in un seggio diverso dal proprio. A Padova, dove gli studenti fuorisede sono circa 40 mila, molti hanno preferito restare in città e astenersi: «Il disagio riguarda soprattutt­o i fuorisede residenti al Sud e nelle isole — dice Riccardo Michielan (Sindacato degli studenti) —. Alcuni magari avevano già programmat­o il rientro a casa prima o dopo il voto e non potevano permetters­i un altro viaggio. Il paradosso è che chi vive all’estero può votare dov’è e chi vive in Italia ma lontano da casa no. Finché non cambierà qualcosa, i fuorisede resteranno in un limbo».

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