Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Finanziamento illecito a Giustina Destro
Le motivazioni della condanna dell’ex sindaco per i soldi da Caltagirone
I 450mila euro di consulenze che Francesco Bellavista Caltagirone ha pagato a Giustina Destro erano un finanziamento illecito al partito, «mascherato» ad arte per evitare accertamenti e far rimanere sotto traccia l’interesse dell’ex esponente politico per gli affari dell’immobiliarista romano.
E’ il sunto delle motivazioni della sentenza che lo scorso 26 gennaio ha portato alla condanna dell’ex sindaco di Padova e del costruttore romano, ai quali sono stati comminati rispettivamente 8 mesi e 30mila euro di multa e 6 mesi e 20mila euro di multa per il reato di finanziamento illecito ai partiti.
Le motivazioni sono state scritte dalla giudice Beatrice Bergamasco, che sottolinea: «C’è un’eclatante sproporzione tra l’apporto fornito (da Giustina Destro, ndr) e l’ammontare degli importi elargiti (da Caltagirone ndr) e non appare ridondante sottolineare, anche sotto l’aspetto sostanziale, che questo tipo di rapporti si è spinto ben oltre la chiusura del rapporto contrattuale “a copertura” e che per le cospicue somme introitate dalla Destro negli anni 2006-2007 l’istruttoria, ad attenta lettura, non ha fornito una plausibile giustificazione. E’ dunque provato — continua la motivazione del giudice — che i contratti (…) sono stati anche volti a evitare le formalità derivanti dall’applicazione della normativa in materia di finanziamenti parlamentari: (…) a fronte di finanziamenti cospicui (infatti) si sarebbero potute svolgere indagini o destare attenzioni che avrebbero potuto accendere i riflettori ben prima sulle sovvenzioni in favore della Destro».
L’inchiesta era nata dell’indagine partita in merito alla realizzazione del porto di Imperia. Sotto accusa i 450mila euro in consulenze che il gruppo Caltagirone ha pagato all’esponente politico padovano mentre era componente della commissione per le Attività produttive nel governo Berlusconi. Il compito della Destro doveva essere quello di individuare aree di espansione del business di Caltagirone a Nord Est.
Ma il giudice non ha creduto alle difese.