Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
A Treviso nasce un museo per il Tiramisù
Da venerdì uno sportello alla Casa dei Carraresi per raccogliere storie e documenti
Va detto, goloso in alcuni e casi perfetto è talmente nella sua armonia di sapori da sembrare davvero un capolavoro, quasi un’opera d’arte. E adesso il Tiramisù sta per avere addirittura il suo museo fatto di storie e immagini a Treviso, la città che secondo la tradizione (e la leggenda) gli ha dato i natali. Il progetto si realizzerà alla Casa dei Carraresi, la sede espositiva e culturale che si affaccia sulla Pescheria, e raccoglierà foto, ricordi, ricette o aneddoti legati al dolce al cucchiaio più famoso del mondo per diventare un centro di memoria collettiva.
Treviso si lascia così alle spalle la polemica sulla paternità del Tiramisù conteso con il Friuli-Venezia Giulia e riparte identificando un luogo che ne possa diventare simbolo, narratore e custode.
Da venerdì infatti, all’interno del nobile palazzo, sarà aperto uno speciale sportello dove chiunque – chef, pasticcere, amatore o semplice appassionato – potrà depositare una testimonianza personale, contribuendo attivamente a costruire il progetto di museo.
Il materiale potrà essere inviato via mail ma ogni venerdì pomeriggio potrà essere consegnato nelle sapienti mani di Carlo Campeol, lo storico titolare del ristorante Le Beccherie di Treviso. È lì che, raccontano le cronache locali e i documenti legali, per la prima volta il Tiramisù, connubio di savoiardi, caffè e mascarpone, fu inserito in un menù, nel 1962, ideato dalla signora Alba Campeol e dal suo chef. La ricetta delle Beccherie nel 2010 è stata depositata con atto notarile all’Accademia Italiana della Cucina.
Il museo del Tiramisù nasce per «raccogliere quella memoria orale che si rischia di perdere con il cambio delle generazioni». Una volta messo insieme tutto il materiale subentrerà un comitato scientifico che realizzerà, nel concreto, il progetto creando un percorso attraverso storia e storie.
«Il successo del Tiramisù nel mondo – hanno spiegato i promotori Campeol e Paolo Lai, titolare delle Beccherie da tre anni - lo dobbiamo a tutti i cittadini di Treviso e ai Trevigiani nel mondo, che hanno saputo custodire gelosamente la ricetta di questo dolce e farlo conoscere nei cinque continenti con un pizzico di creatività». È un modo, dicono, anche per superare le polemiche e alla disfida fra Veneto e Friuli-Venezia Giulia: «Il nostro obiettivo è offrire ai turisti di tutto il mondo una delle più belle storie di prodotto italiano».
Ogni ricordo può già essere inviato alla mail segreteria@tiramisubeccherie.it