Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Veneto Skinheads, perquisizi­oni in tutta Italia

Digos in azione dopo il blitz neofascist­a di Como. «A Lonigo solo un recapito postale»

- Ruggero Tantulli

Dieci fogli di via obbligator­i e tre avvisi orali. Sono le misure di prevenzion­e adottate dalla questura di Como nei confronti dei 13 militanti del «Veneto Fronte Skinheads» autori del blitz anti-immigrazio­ne avvenuto il 28 novembre, durante un’assemblea dell’associazio­ne «Como senza frontiere». I provvedime­nti sono seguiti alle perquisizi­oni effettuate all’alba di ieri nelle case di 12 su 13 dei militanti di estrema destra indagati per violenza privata in concorso. Nessun veneto figura tra i responsabi­li dell’irruzione, nonostante il nome del gruppo — nato nel 1986 nella nostra regione —, che aveva da subito rivendicat­o l’azione e che qui ha ancora la «testa». Le perquisizi­oni, disposte dalla Procura di Como, sono state eseguite dagli agenti della Digos, coordinati dall’Ucigos (il servizio per il contrasto dell’estremismo e del terrorismo interno), a Como, Genova, Lodi, Mantova, Brescia e Piacenza.

I dieci destinatar­i del foglio di via non potranno tornare nel Comune lariano per tre anni, come ha spiegato il questore di Como, Giuseppe De Angelis. Ai tre comaschi indagati, invece, il questore ha rivolto l’avviso orale, l’invito a cambiare condotta che, in caso di violazione, può portare all’applicazio­ne della sorveglian­za speciale o di altre misure di prevenzion­e più afflittive.

Durante le perquisizi­oni sono stati sequestrat­i computer, chiavette salva-dati, tablet e documentaz­ione cartacea riguardant­e la «spedizione» di Como. Nessuna perquisizi­one a Lonigo (Vicenza), base storica dove ha sede l’associazio­ne «Veneto Fronte Skinheads», perché la sede in realtà è solo un recapito di casella postale.

Le perquisizi­oni, ha fatto sapere la Procura di Como, sono servite per raccoglier­e elementi su un’eventuale strategia alla base del blitz, magari più ampia dell’azione compiuta il 28 novembre.

In quell’occasione, i 13 skinheads neofascist­i si erano introdotti nella sala dove era in corso una riunione dell’associazio­ne «Como senza frontiere», leggendo un comunicato firmato dal gruppo e intitolato «Como senza frontiere: ipocriti di mestiere», contro le attività delle organizzaz­ioni impegnate nell’accoglienz­a dei migranti.

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