Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Neve, parte la stagione dello sci Impianti aperti: skypass più cari
In alta stagione si pagherà il 3,5% in più. I gestori: «Colpa dei costi». Tutte le novità
Neve in montagna, oggi riaccendono i motori gli impianti di Col Gallina a Falzarego e quelli del Passo Monte Croce, in Comelico. Quanto al comprensorio Dolomiti Superski, la partenza generale è prevista per il 25 novembre. Skypass in leggero rialzo dei prezzi.
CORTINA D’AMPEZZO (BELLUNO) Riparte, con il vento in poppa, la stagione invernale, e ciò grazie alla «nevicata psicologica» di qualche giorno fa. La locuzione l’ha coniata il presidente degli impiantisti a fune del Veneto Renzo Minella, che ci tiene al copyright. «Se preferite – continua Minella – anche “nevicata marketing” ci sta benissimo. Calza. L’anno scorso, senza un centimetro di neve, con un paesaggio da tundra primaverile, il nostro morale era a terra. Ora il paesaggio imbiancato fa ben sperare. C’è entusiasmo. Così, si riparte».
Oggi riaccendono i motori gli impianti di Col Gallina (dalle 9 alle 16), a Falzarego; e quelli del Passo Monte Croce, in Comelico. Quanto al comprensorio Dolomiti Superski - uno dei comprensori sciistici più grande del mondo e insieme un colosso dell’entertainment interprovinciale sulla neve: 12 valli, 1.200 km di piste, 450 impianti di risalita, 30 snowpark e 50 località alpine coinvolte (quelle bellunesi sono Cortina d’Ampezzo, Arabba, Marmolada, Tre Cime, Civetta) - la partenza generale è prevista per il 25 novembre, data di inizio validità dell’abbonamento stagionale; ma in Marmolada si partirà il 2 dicembre.
Sul Faloria (Belluno) il 17 novembre,in zona Recoaro Mille (Vicenza) e a Sappada (Belluno) il 17 dicembre e ad Asiago (Vicenza) l’8 dicembre.
«Dopo due anni difficili – continua Minella – ci attendiamo una stagione normale, con più neve – e questo anche per spendere di meno. Gli impiantisti in veneto hanno un giro d’affari complessivo di 70 milioni di euro; il 50% se ne va in costi vivi; se non nevica, come l’anno scorso, dobbiamo spendere 5 o 6 milioni in più; e fra una cosa e l’altra, non resta niente».
Fiducioso il patron delle funivie Faloria di Cortina Enrico Ghezze. «Sono caduti 35, 40 centimetri di neve compatta, soda – afferma – per questo si parte a Col Gallina. Una manna dal cielo. E sul Faloria è pronta una nuova pista, una nera, con una pendenza del 55%». E chi si butta da lì? «Qualcuno c’è – continua Ghezze – anche perché oggi la tecnologia aiuta. Un tempo anche una rossa era inaffrontabile, per sciatori non esperti. Oggi, con gli sci che ci sono, è cambiato tutto».
Sono quasi pronti ad Asiago, dove però attendono altra neve. «Ce ne vuole di più per compattarla – afferma Elio Frigo di “Verena 2000” – altrimenti è pericoloso per gli sciatori. Ma c’è fiducia, perché siamo nel punto più alto dell’altopiano; da qui una batteria di quattro cannoni da 149 millimetri sparò il primo colpo italiano contro le truppe dell’Impero Austro-Ungarico, ai tempi della Grande Guerra».
Ora, i rapporti con gli austriaci sono migliorati. «Sono buoni turisti – e li aspettiamo per l’8 dicembre». Si è tanto parlato, in questi giorni, della questione dei prezzi.
Secondo Minella «in generale, sono aumentati del 3%, qui in Veneto. Non è tanto, è solo un normale allineamento al costo della vita». Secondo Frigo «sono rimasti uguali: il giornaliero costa 30 euro nei feriali e 35 nei festivi». Ghezze dice che dalle sue parti l’incremento si attesta attorno al 2, 3%.
Dolomiti Superski rende nota la situazione: «I prezzi sono stati aumentati di circa 2,6% per il 7 giorni per gli adulti in alta stagione (da 304 a 312 euro), mentre il giornaliero sempre per adulti in alta stagione è aumentato del 3,5 % (da 57 a 59 euro). In pre-stagione e in bassa stagione i biglietti costano di meno, ovviamente».
Ma l’inflazione è molto bassa: a ottobre l’1%, sullo stesso mese del 2016; non costa troppo, sciare? «Gli aumenti – tagliano corto da Dolomiti Superski – sono orientati ai costi specifici di materie prime, servizi e forniture che sono alla base dell’offerta sci, e cioè quelli per l’energia elettrica (impianti, generatori di neve), per il carburante (gatto della neve) e per i dipendenti».