Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Profughi, torna l’ipotesi Romagnoli
Padova, il sottosegretario alla Difesa in visita: se la prefettura la chiede valuteremo
Roberta Pinotti, ministro della Difesa, il 7 giugno scorso aveva garantito: nessuna caserma di Padova ospiterà profughi, tanto meno la Romagnoli. Ieri il cambio di scenario, anche se l’utilizzo dell’ex sito militare di via Chiesanuova resta un’eventualità, per ora. Domenico Rossi, sottosegretario alla Difesa, in visita al Comando forze operative del Nord di Prato della Valle, ha spiegato: «Se la prefettura dovesse chiederla, siamo pronti a valutare l’utilizzo».
Non è mica detto che la caserma Romagnoli non vedrà mai i profughi. E’ vero, lo scorso 7 giugno il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, aveva annunciato: «Nessuna ex caserma di Padova sarà utilizzata per accogliere i migranti. A cominciare dalla Romagnoli, che non è più nella disponibilità del ministero della Difesa: l’Agenzia del Demanio l’ha ceduta a Invimit (società immobiliare del dicastero dell’Economia, ndr), per riqualificarla». Ma è anche vero che il mese successivo polizia e vigili urbani hanno compiuto tre sopralluoghi alla ex caserma e ieri il sottosegretario alla Difesa, in visita al Comando Forze operative Nord di stanza in città, ha detto: «Vogliamo rilasciare sul territorio tutto ciò che è funzionale alla parte operativa. Dobbiamo rispondere alle esigenze del territorio e questo è oggetto di riflessione riguardo l’intero Paese. Su Padova sono stati compiuti passi importanti, con la cessione di parti della caserma Piave all’Università, a conferma delle sinergie tra forze del territorio. Quanto all’eventuale utilizzo della Romagnoli per l’accoglienza dei richiedenti asilo, le esigenze in tal senso ci vengono rappresentate dall’apparato di sicurezza, cioè dalle prefetture o dal ministero dell’Interno — ha precisato l’esponente di governo —. Se emergessero necessità di carattere assoluto in questa direzione le valuteremo, come abbiamo sempre fatto, anche in altre realtà».
Il sottosegretario ha poi annunciato un potenziamento dei soldati attualmente impiegati in pattuglia con polizia e carabinieri nell’ambito dell’operazione «Strade sicure». «Un progetto che oggi conta oltre 7mila militari in Italia — ha aggiunto Rossi —. Ci sono esigenze che man mano diminuiscono e altre che si incrementano, a seconda
In arrivo Altri soldati per «Strade sicure»
della situazione nelle varie parti del Paese. C’è un finanziamento a monte che fissa un bacino totale dei nostri contingenti, quindi la rimodulazione degli stessi ci consente di dare una risposta immediata a un’esigenza di carattere particolare. In Veneto 200 militari sono impegnati in quest’attività, tra Padova, Venezia e Verona, e a breve altri 20 arriveranno a Vicenza da Ascoli. Anche il sindaco di Verona, che ha già 50 soldati, ne ha chiesti altri e se davvero c’è questo bisogno lo valuteremo. In uno scenario in cui la minaccia è sempre più imprevedibile, l’esercito ha dimostrato di garantire sicurezza reale e incrementare la sicurezza percepita dai cittadini».
Quella del sottosegretario è stata la prima visita all’attuale assetto del Comfopnord, che ha concentrato funzioni operative, territoriali e di responsabilità infrastrutturale in un unico Comando per il centro e nord Italia.