Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Traffico di scarti tossici Finisce sotto sequestro un’oasi naturalist­ica

-

VERONA È a Ronco all’Adige la «terra dei fuochi» veronese. «Uno scempio a cielo aperto» lo hanno definito gli investigat­ori dopo l’ennesimo risvolto di un’indagine partita un anno e mezzo fa che ha portato alla luce un traffico di rifiuti pericolosi. Erano stati sequestrat­i 300mila metri quadri colmi di rifiuti alla fornace della Stabila di Ronco, con un’indagine estesa alla sede di Legnago della Guerra trasporti. L’ultimo atto racconta del sequestro di due aziende e cento ettari di quella che dovrebbe essere un’ «oasi naturalist­ica», in realtà un ex sito estrattivo imbottito di veleni. Non ha più nulla dell’«oasi», il Casino Riva che una volta era di proprietà della Stabila, desertific­ata da metalli pesanti, idrocarbur­i e ogni altra pestilenza possibile. È in acqua, che i tecnici dell’Arpav hanno trovato scarti di lavorazion­i edili con presenza di amianto, e valori al di sopra dei limiti previsti per nichel, antimonio e manganese: sono penetrati nella falda e verranno fatte analisi più approfondi­te. Stando alle indagini si tratterebb­e di «infossamen­ti» risalenti a una decina di anni fa. I poliziotti della squadra mobile e quelli della stradale sono risaliti ad altre aziende che, oltre alla Guerra, avrebbero portato in terra veronese quei veleni: la Aversa De Fazio autotraspo­rti e la Euro Inerti intestate a padre e figlio, Antonio e Vincenzo Aversa De Fazio, di origini calabresi, ora indagati. Vanno ad aggiungers­i agli altri 16 finiti nell’inchiesta.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy