Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Basta, non si respira» I braccianti fanno pausa uno sviene e muore
COLPO DI CALORE A VERONA
BELFIORE «Fermiamoci qui, fa troppo caldo: riprendiamo verso le quattro». È una giornata infernale, a Belfiore, come nel resto della pianura veronese. Lì, nella «terra della mela», i lavori agricoli non si fermano mai: anche ieri c’era da preparare lo spazio per impiantare dei nuovi alberi da frutto, nonostante il tempo inclemente.
Ma da quella pausa, arrivata con circa un’ora di anticipo, uno dei lavoratori non è più tornato. Lo ha trovato a terra, privo di sensi, circa un’ora dopo, una coppia che stava passando per caso nella zona, a pochi metri dal cimitero del paese: è Gheorghe Barbieru, cittadino romeno, cinquant’anni compiuti da poco, bracciante agricolo in quel di Belfiore da soli quattro giorni.
Una diagnosi medica ancora non c’è, ma il personale del 118 intervenuto ipotizza una malore fatale dovuto ad un colpo di calore. Quel che è noto è che l’uomo, per tutta la mattinata, aveva lavorato nei campi, con sole a picco e afa da togliere il respiro.
Quello che è avvenuto durante i sessanta minuti scarsi dall’inizio della pausa fino al ritrovamento del corpo, invece, non si sa. In teoria, Barbieru, avrebbe dovuto tornare a casa: l’uomo abitava a Caldiero, da dove si trovava sarebbero stati circa sette chilometri, da fare con la bici, che è stata ritrovata accanto al cadavere.
Insomma, altra fatica, nelle ore più calde della giornata.Ma è più probabile che la vittima avesse deciso di fermarsi lì vicino per pranzare «al sacco», con un panino che si era portato: non lontano dal luogo del decesso, infatti, c’è un casolare abbandonato, l’unico spazio con qualche zona di ombra.
Ma Barbieru non è mari riuscito ad arrivarci. Dopo l’allarme lanciato dai due passanti, sul posto sono intervenuti i soccorritori di Verona Emergenza, che hanno provato a rianimare l’uomo, senza successo.
Sono stati i carabinieri di San Bonifacio ad avvertire il proprietario dell’azienda agricola e quello del fondo dove è stato ritrovato l’uomo, un appezzamento tenuto a fieno e tagliato di recente. «C’eravamo accorti tutti del caldo - spiega Giuseppe Vanzani, titolare dell’omonima azienda agricola - e proprio per questo avevo detto di smettere di lavorare per darsi appuntamento più tardi. L’abbiamo visto andarsene via, io pensavo che tornasse a casa». Quella di Gheorghe Barbieru è una storia che racconta anche di una situazione difficilissima dal punto di vista economico. L’uomo era stato assunto solamente mercoledì scorso. «Tutto in regola, abbiamo fatto le carte dai sindacati» precisa il datore. Da tempo, sembra, era alla ricerca di un impiego: la «dritta» gli era arrivata da dei connazionali, che conosceva a malapena e che aveva incontrato in un supermercato. Non solo, quindi, aveva
Assunto da tre giorni Il cinquantenne, romeno, stava lavorando all’impianto di alberi da frutto Vanzani/1 C’era caldo e ce ne eravamo accorti. Per questo ho detto stop
Vanzani/2 Nessuno l’ha più visto, pensavamo fosse a casa
bisogno di lavorare, ma doveva anche macinare «ore» per portare a casa qualcosa di più. La ricerca di qualche conoscente della vittima è stata molto lunga e ha impiegato i carabinieri fino in tarda serata: da quello che è noto non aveva parenti nel Veronese.
Ieri alle 13, a Belfiore, la temperatura sfiorava i 35 gradi. Era molto alta anche l’umidità: una combinazione di fattori che può risultare letale, in caso di grossi sforzi, anche per uomini in buona salute, e causare un arresto cardiocircolatorio. Anche a Verona e provincia, la cronaca ha raccontato più volte di decessi dovuti al caldo estremo. E non si tratta solo di persone in là con gli anni: un precedente, sempre a luglio, nel 2010 ha riguardato un altro lavoratore agricolo di nazionalità romena, di soli 37 anni, deceduto in seguito ad un colpo di calore mentre stava preparando il terreno per installare serre da destinare alla coltivazione di fragole. Accadeva a San Martino Buon Albergo. Sempre in quel periodo,, molto simile -per le condizioni meteo - a quello di questi giorni, un operaio edile finì in coma dopo aver lavorato un pomeriggio sul tetto di un prefabbricato. Un altro decesso, la scorsa domenica, si è avuto nel Mantovano, altra zona particolarmente colpita dal caldo: vittima un ottantenne di Sustinente che era uscito per una passeggiata.