Festa del 25 Aprile, ringraziamo coloro che si sono sacrificati
Anche quest’anno ho partecipato alle celebrazioni del 25 aprile. Vi è stata una numerosa partecipazione da parte della popolazione, in particolar modo a Palazzo Geremia.
Mi è spiaciuto constatare però che lo spirito con il quale si era festeggiata tale ricorrenza lo scorso anno, soprattutto a livello nazionale, era diverso, più pacato, meno divisivo. Mi ero illuso che il 25 aprile potesse essere diventato finalmente una «Festa» di tutti e non di una parte e per celebrare i valori irrinunciabili sui quali si fonda la nostra Repubblica.
Da medico speravo che dopo 80 anni di libertà e di pace il «passato» potesse considerarsi metabolizzato. Condivido quanto ha detto il Presidente Sergio Mattarella quando asserisce che si è trattato di lotta di popolo. Lotta alla quale hanno preso parte la popolazione civile, numerosi militari, ebrei, molte donne, fascisti, religiosi e non solo partigiani. Partigiani quali importanti e indispensabili organizzatori, animati da nobili ideali, anche se ad alcuni di essi sono da ascrivere episodi non edificanti. Con questa lotta di popolo la Nazione ha ritrovato la propria dignità che ci ha permesso di essere annoverati al tavolo delle trattative post belliche tra le nazioni meno «perdenti». Questo ha contribuito, tra il resto, che l’Alto Adige restasse all’Italia.
Inoltre il 25 Aprile è la festa della Liberazione e non della pace consci che tale risultato lo abbiamo purtroppo ottenuto solo con l’uso delle armi. L’argomento che però mi è sempre dispiaciuto è che nelle celebrazioni della liberazione dal Nazifascismo raramente ho sentito esprimere sentimenti di gratitudine e di riconoscenza agli anglo-americani ritenendo quasi che tale liberazione sia stata opera di noi italiani, ben sapendo che gli americani in particolare hanno immolato quasi cento mila giovani vite e che ci hanno aiutati nella ricostruzione. Ora però nubi minacciose sovrastano l’Europa e l’illusione e il sogno che la libertà e la pace ottenute a caro prezzo e che durano da decenni, sarebbero state un bene acquisito, sono messe in pericolo. Nonostante questo auguriamoci che tale importante ricorrenza la possiamo continuare a festeggiare ringraziando di cuore tutti quelli che l’hanno resa possibile, facendo tutti un passo in avanti, cercando di ricompattare gli animi per poter affrontare meglio i veri problemi del nostro amato Paese.