Fraccaro appoggia i governatori: «No a legami con accordi passati»
L’ex presidente Rossi: «Ma sulla neutralità fiscale Fugatti non si è mosso»
TRENTO Che vi fosse una visione condivisa lo aveva svelato, nei giorni scorsi, lo stesso governatore Maurizio Fugatti. Ma nel pieno della trattativa tra Province autonome e Roma per il congelamento dei patti sottoscritti nel 2009 e nel 2014, a confermare il dialogo — e l’unità d’intenti — è anche Riccardo Fraccaro. «Sono in costante collegamento con i presidenti di Trento e Bolzano e condivido la loro istanza» ha detto il sottosegretario di Stato alla presidenza del consiglio in una intervista al Corriere del Veneto. «In questo momento di emergenza a livello centrale si è derogato al patto di stabilità — ha aggiunto il pentastellato — ed è necessario fare deficit per reagire. Non è corretto che Trento e Bolzano siano legati a patti precedenti. Stiamo lavorando per compensare questi milioni, che altrimenti sarebbero sottratti alle casse di Province che ne subirebbero una penalizzazione».
A ribadire il sostegno a Fugatti e Arno Kompatscher è anche Ugo Rossi, ex governatore e capogruppo del Patt. «Le richieste dei presidenti sono sacrosante. L’importante è che vengano portate avancare ti unitariamente dalle due Province» premette Rossi. Deciso però a non tacere «un’operazione verità»: «Quando, a inizio legislatura, avevo fatto il passaggio di consegne a Fugatti, gli avevo lasciato due norme: la prima sulla neutralità fiscale, la seconda sull’eliminazione dei vincoli per la Provincia di attivare debito virtuoso». Due questioni, aggiunge l’autonomista, rimaste ferme. «E la colpa — avverte — non può essere fatta ricadere su questo governo nazionale. Da autonomista do spesso la colpa a Roma, ma indipendentemente dal colore politico. Fugatti faceva parte del governo precedente e non ha fatto nulla».
Ora, continua Rossi, «si è tornati sulla via corretta: si è capito che è meglio non tocche il patto di garanzia, chiedendo piuttosto una sospensione del contributo al risanamento dei conti pubblici o attraverso un congelamento o con un ritorno dallo Stato sotto forma di contribuzione straordinaria». Con un suggerimento in più per reperire risorse: «Si deve fare in modo che tutto ciò che il governo stanzia per l’emergenza Covid arrivi anche qui. Presidiando allo stesso tempo anche i canali di finanziamento europeo: sarebbe interessante verificare la possibilità di aprire canali di autonomia sulle modalità di utilizzo dei fondi».
Intanto però si guarda al futuro. Alla manovra che andrà in discussione sabato in Aula. E alle prospettive analizzate nel documento elaborato dalle minoranze, che rilancia anla questione del debito. «Quando ne parlavo io, qualche tempo fa, mi guardavano con scetticismo» ricorda il capogruppo del Patt. «Ora — osserva — bisogna affrontare la cosa seriamente, dando mandato a Cassa del Trentino di avviare un’operazione importante». Ma sul fronte del debito, ribadisce Rossi, le regole attuali permettono già di arrivare a 120 milioni. Non solo: per recuperare risorse, la giunta potrebbe affidarsi all’avanzo di amministrazione del 2019 della Provincia e della Regione. «Sono strumenti — conclude — che avrebbero permesso maggiore coraggio nella manovra». Ed è questo il punto: «Questo provvedimento è tardivo. E mostra il fatto che la giunta non ha avuto il coraggio di anticipare risorse che sarebbero arrivate, preferendo piuttosto togliere soldi a capitoli strategici». Ieri, infine, sono stati presentati 436 emendamenti alla manovra: 55 le proposte di Futura, 250 del Pd e 38 della giunta.
Il sottosegretario Siamo al lavoro per compensare i milioni che altrimenti sarebbero sottratti alle Province