Internet, il Trentino zoppica: una famiglia su 4 senza computer
In tempo di smart working e lezioni online affiorano molte criticità
TRENTO Si fa presto a dire smart working. Con l’emergenza coronavirus è tornata in primo piano l’esigenza di dotarsi di una buona connessione ad internet e di un computer per lavorare o studiare da casa. Secondo gli ultimi dati Ispat disponibili (2018), le famiglie trentine che possiedono una connessione a internet sono l’81,6% e quelle che hanno un computer sono il 75%. Più di una famiglia su quattro (26%), però, dichiara di non utilizzare internet e solo il 55% sostiene di usarlo tutti i giorni.
Non è solo una questione di abitudini però. Nel momento della necessità il Trentino si sta scoprendo ancora fragile dal punto di vista infrastrutturale. Non in tutto il territorio, infatti, della Provincia
si riesce ad avere una connessione stabile. Questo è dovuto anche all’aumento massiccio della richiesta avvenuto durante il mese di marzo, che il gestore Eolo quantifica in un +65%. La conseguenza è che non tutti riescono a lavorare o studiare online. Per fare un esempio, come ha spiegato ieri a questo giornale il rettore dell’Università di Trento, Paolo Bordon, alcuni studenti hanno difficoltà di connessione, che l’Ateneo sta pensando di risolvere distribuendo una sim. Ma qual è l’effettiva situazione sul territorio trentino?
Secondo Broadbandmap, ovvero la mappatura delle reti di accesso a Internet sul territorio italiano realizzata dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) e il cui ultimo aggiornamento risale al 29 ottobre scorso, il 96% delle famiglie trentine ha la disponibilità di una connessione alla rete fissa, ma solo il 37% di esse raggiunge la velocità di 30 Mbps e il 19% quella di 100 Mbps. Dati leggermente inferiori a quelli della provincia di Bolzano (44% e 27%) ma nettamente più bassi di quelli nazionali, dove quasi sette famiglie su dieci viaggiano a 30 mega e il 44% a 100 mega. Per non parlare della impossibilità di raggiungere gli obiettivi fissati nell’Agenda digitale europea 2020 e adottati anche dall’Italia: entro la fine dell’anno al 100% delle utenze sarebbe dovuta essere garantita una velocità di 30Mbps e al 50% una di 100 Mbps.
Un progetto trentino per il potenziamento delle infrastrutture era già partito nel 2004, arenandosi però durante gli anni e finendo definitivamente in soffitta nel 2015. Grazie al progetto nazionale Open Fiber è ripartita la realizzazione di una rete in fibra ottica in tutto il Trentino. «La data entro cui si pensa di completare il progetto a livello nazionale è la fine del 2022 e la Provincia è allineata a questa previsione — spiega Paolo Simonetti, dirigente della Provincia responsabile nel settore delle telecomunicazioni —. Da parte nostra il tentativo è di velocizzare il più possibile le pratiche burocratiche per permettere alla concessionaria di procedere spedita». È di ieri la notizia che Tim ha dato il via all’accensione di 215 armadi stradali collegati alla nuova rete in fibra in 39 comuni della Provincia di Trento. «Questo significa — specifica Simonetti — che la fibra non arriva ancora nelle case degli abitanti di questi comuni, ma arriva fino agli armadi da cui partono le normali connessioni in rame. È una sorta di via di mezzo, perché in ogni caso produrrà effetti positivi sulla velocità delle singole connessioni».
Migliore è la situazione delle aziende trentine. Secondo l’Ispat 94,7% delle aziende con almeno dieci addetti ha una connessione a banda larga fissa o mobile. «In alcune aree industriali del territorio, come quella di Rovereto e di Trento, la connessione fino alle aziende era già stato realizzato — spiega Simonetti —. In altre, per fare un esempio quella di Levico, c’è stato un dialogo con Open Fiber per cablare e testare prima quella zona rispetto al resto del Comune, in modo da poter dare il via a connessioni veloci riducendo i tempi».