La band con la maschera Domani il nuovo video
Gli Urban Monkeys di Bolzano: «Il volto non è importante»
La maschera loro la portano già da tempi non sospetti. Una sorta di «Miss Keta» della musica al maschile, in formato band. Gli Urban Monkeys di Bolzano, in un mondo che punta sull’estetica, hanno deciso di intraprendere la direzione contraria. E non esibire il volto, ma coprirlo con maschere da scimmia.
Domani esce il loro nuovo videoclip «Stupid Humans». Facce da scimmia calate sul volto. Tutto intorno la musica e una storia.
«Non è importante sapere se siamo belli, brutti o di quale etnia. Non è importante vedere il volto oltre la maschera – spiegano – . Quello che conta è solo ciò che facciamo e trasmettiamo con la nostra musica. Il motivo per cui non ci mostriamo è essenzialmente questo. Un passo indietro molto significativo, quando invece tutti gli altri non vedono l’ora di esibirsi e farsi vedere». I loro nomi, dunque, sono sigle: Doc alla voce, Br1 alla chitarra, Zak al basso e Mri deejay. Il loro brano segue le orme di un futurock psichedelico. «Raccontiamo la superficialità dell’essere umano mettendo insieme le nostre formazioni musicali in un unicuum. Con tutte le nostre positività ma anche con gli errori del passato».
Musica, dunque, che si ancora fortemente alla narrazione di una storia che, in questo video, è stata tratteggiata dal videomaker Luca Vaccarino di Bolzano, di Start Video, che ha superato diverse difficoltà tecniche.
«Non è stato semplice perché abbiamo dovuto girare molte scene in notturna in molte location. Attraverso la color grading in post produzione, poi, abbiamo lavorato su un’atmosfera che fosse drammatica e ci siamo concentrati sul sound design per arrivare a colpire lo spettatore attraverso più canali sensoriali».
Il tutto senza perdere di vista la forza del messaggio. «La narrazione dell’essere umano visto da un animale doveva far emergere debolezze e priorità dell’uomo medio. Vogliamo invitare chi guarda il video a fermarsi e riflettere se stiamo davvero andando tutti nella direzione giusta. La leggenda – sorride -vuole che per ottenere al meglio questo risultato io stesso non conosca esattamente le identità dei musicisti».
Cresce, intanto, il videomaking musicale anche nella realtà bolzanina. «Sì, è così. Credo sia davvero una prateria di lavoro e opportunità per chi si occupa del mio lavoro. Sempre più band regionali cercano videomaker che sappiano utilizzare più linguaggi per destrutturare il proprio messaggio e ricostruirlo in chiave cinematografica con il massimo della qualità possibile».
La storia Narriamo gli esseri umani attraverso sound design