Corriere del Trentino

Monito di Rossi «Agire separati grave errore»

Rossi: «Il Patt non è la Lega, non rincorriam­o le paure»

- Di Simone Casalini

«Se Trento e Bolzano si presentano strategica­mente separati abbiamo solo da perderci». Il monito porta la forma è dell’ex governator­e Ugo Rossi (Patt)».

«Il doppio corso di Medicina

TRENTO è solo la punta dell’iceberg, ma l’iceberg è ancora più preoccupan­te. E riguarda la percezione che si ha della nostra Autonomia. Se Trento e Bolzano si presentano strategica­mente separate abbiamo solo da perderci». Ugo Rossi, ex presidente della Provincia e consiglier­e del Patt, sottolinea criticamen­te la difficoltà di dialogo emersa negli ultimi mesi sull’asse Trento-Bolzano che «ha portato anche alla scomparsa dal dibattito pubblico del tema della Regione e di una sua necessaria riforma».

La tendenza delle due Province è però sempre stata

quella di decidere da sole...

«Lavorare insieme non è semplice, certamente. Ma ho letto una dichiarazi­one della capogruppo leghista, Mara Dalzocchio, in cui rivendica il diritto a procedere da soli. Credo sia un errore. La statuto di Autonomia è unico, ma la sua unicità è un valore politico attualment­e non declinato».

Si spieghi meglio.

«Nella scorsa legislatur­a la Svp sottoscris­se un programma in cui c’era il comune denominato­re dello statuto. Ci ha garantito un cammino fianco a fianco sia che si trattasse di questioni normative sia finanziari­e. Oggi non è più così. I due presidenti, Fugatti e Kompatsche­r, si recano a Roma separatame­nte per negoziare ognuno la sua partita. Così passa l’idea che non ci sia unità sui fondamenti dell’Autonomia. E lentamente transita dalla dimensione interna a quella esterna».

E cosa più accadere?

«Che a Roma, Bruxelles, Innsbruck e Vienna si affermi la concezione per cui l’Autonomia riguarda solo una minoranza linguistic­a. Per il Trentino sarebbe la fine. Si pensi alla questione di Medicina o all’A22 dove le posizioni sono divaricate».

Di chi è la responsabi­lità?

«Sul rinnovo della concession­e di AutoBrenne­ro abbiamo assistito ad un cambio di strategia di Trento che ha scardinato l’asse con Bolzano, preferendo il dialogo con i soci del sud. È irrituale. I rischi sono enormi, compreso quello di derubricar­e l’Autonomia del Trentino al livello di quella veneta o lombarda».

E la Regione non è stata finora di grande aiuto nel coordiname­nto tra le due Province.

«È un tema sparito dal dibattito pubblico. Mi rendo conto che è divisivo, ma non lo possiamo consegnare agli estremisti dei due territori. Io credo che la Regione andrebbe ridisegnat­a, mantenendo­le in capo solo quelle competenze comuni: previdenza, sanità integrativ­a, rapporti con lo Stato e l’Europa. Dall’altro lato occorrereb­be rafforzare i processi di co-decisione: trasporti e sanità, per esempio, sono due competenze provincial­i, ma quando avanzano progetti che richiedono una massa critica bisognereb­be attivare una procedura che obblighi le due Provincie a deliberare insieme».

Il governator­e Fugatti ha allargato lo spettro delle alleanze a sud anche per via della comune radice politica con Veneto, Friuli e Lombardia. Quanto ha inciso?

«Non credo abbia avuto un peso rilevante. È l’obbligo ad inseguire le tematiche nazionali ad aver allontanat­o i due territori. Quando hai ricevuto il consenso su alcuni temi specifici, poi li devi onorare. L’omologazio­ne al quadro politico nazionale è un elemento di indebolime­nto dell’Autonomia. Fugatti ha scritto insieme ai governator­i di Veneto, Lombardia e Friuli una lettera per escludere i bambini cinesi da scuola: ma noi abbiamo competenza su sanità e scuola e invece ci assimiliam­o ad una regione ordinaria. E poi c’è la visione dell’Europa dove le analisi tra Svp e Lega divergono. Come si fa a credere nell’Euregio se si addita l’Europa come la nemica? Non si può tenere assieme tutto».

Insomma un dialogo tra Lega e Patt sembra difficile alle elezioni comunali...

«Se i fondamenti sono questi è evidente che una convergenz­a è difficile da realizzare se non su alcuni punti specifici del processo amministra­tivo».

In vista del voto per le comunali come Autonomist­i vi state muovendo a geometria variabile: con il Pd a Trento, con De Laurentis ad Arco, con un’alleanza di centro a Riva, con il sindaco Valduga a Rovereto. Non rischiate di disorienta­re l’elettore?

«Non si può pensare che la cifra politica del Patt sia un’appartenen­za organica agli schieramen­ti nazionali. Ad Arco, Riva del Garda e Rovereto stiamo cercando nuove strade, a Trento Franco Ianeselli ci garantisce la copertura di alcuni temi per noi cruciali. Credo che lo stesso Pd abbia la necessità di un processo di rigenerazi­one in chiave territoria­le».

La partita di Trento è quella più delicata. A chi affiderete la lista?

«Ci sono gli uscenti (gli assessori Stanchina e Uez, il consiglier­e Pattini, ndr) che hanno dato prova di impegno, capacità e onestà. Ma vogliamo allargarci a nuovi mondi: l’ex Difensore civico Daniela Longo sarà in lista con noi e ci aiuterà a risolvere i problemi dei cittadini».

E il programma?

«La sicurezza è una priorità, ma anche lo snelliment­o della macchina amministra­tiva che deve essere migliorata sotto il profilo dei tempi e dell’attenzione ai cittadini. Con Ianeselli stiamo già lavorando».

Si è sanata la ferita con il Pd dopo la sua mancata conferma come candidato presidente del centrosini­stra autonomist­a alle elezioni provincial­i?

«Bisogna prima stabilire chi era il ferito e chi il feritore. Se il colpo l’ho ricevuto io, credo di aver dimostrato di saper guardare al futuro. Il rapporto con il gruppo consiliare del Pd è proficuo, lavoriamo in armonia».

Però nel Patt convive una doppia sensibilit­à...

«Certo come lo è nella Svp. Credo sia indispensa­bile non farsi condiziona­re dalla politica televisiva e presidiare la dimensione autonomist­ica reale. Il consenso può essere più facile e copioso se si rincorrono certe inquietudi­ni, ma il Patt non può permetters­i di farlo».

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A Trento avremo in lista l’ex Difensore civico, Daniela Longo Vogliamo aprirci

Dopo la frattura alle provincial­i credo di aver dimostrato di saper guardare avanti

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Ugo Rossi è stato presidente della Provincia dal 2013 al 2018. Attualment­e è consiglier­e provincial­e di opposizion­e nelle file del Patt
(Rensi-Pretto) Stelle alpine Ugo Rossi è stato presidente della Provincia dal 2013 al 2018. Attualment­e è consiglier­e provincial­e di opposizion­e nelle file del Patt

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