Marangoni, niente esuberi al termine della solidarietà
Al termine del contratto di solidarietà, previsto per il mese di marzo, in Marangoni non sarà avviata alcuna procedura di riduzione collettiva del personale come inizialmente previsto. L’ha comunicato ieri il presidente Vittorio Marangoni ai sindacati.
A loro il presidente ha illustrato nel dettaglio il progetto per il nuovo polo tecnologico «Industria della gomma» deliberato dalla giunta alla fine dello scorso anno e che occuperà parte dello stabilimento di via del Garda. «In questo modo possiamo sviluppare nuovi modelli di business, basati sui concetti di coworking, co-design e comanufactoring — spiega Marangoni — basati sulla possibilità di lavorare anche per terzi e quindi di giungere a una maggiore saturazione». I sindacati, tuttavia, stigmatizzano «il mancato coinvolgimento della rappresentanza sindacale nel progetto per il nuovo polo» dichiara Ivana Dal Forno (Femca Cisl). Soprattutto perché, fa sapere Marangoni, «nell’ambito di questo accordo la Provincia ha fissato anche la clausola del mantenimento degli attuali livelli di occupazione, al netto dei potenziali esuberi previsti nel contratto di solidarietà». Che però non ci saranno. I sindacati, a ogni modo, intendono «chiedere un incontro urgente alla Provincia», come fa sapere Giovanni La Spada (Cobas), per ulteriori chiarimenti.
«Nel 2019 Marangoni spa ha mantenuto i volumi in linea con l’andamento del mercato — chiosa il presidente — abbiamo perso qualcosa nel mondo degli pneumatici movimento terra ma abbiamo recuperato con la commercializzazione di quelli nuovi. Ha avuto un impatto negativo sull’attività un incidente avvenuto all’impianto di produzione di energia a Rovereto, che per lungaggini burocratiche nel ripristino è rimasto inattivo per quasi tutto l’anno. Per business e volumi di vendita non posso dire ci sia stata una crescita, ma la vedremo nel 2020 grazie ad alcuni contratti già firmati».