La gestione dei boschi in Trentino dall’Ottocento a oggi
Il libro Oggi alla libreria Athena a Pergine Valsugana l’autore Mario Cerato esperto di Scienze forestali rilegge la società nei secoli attraverso gli alberi
Lo dicevano anche i nativi americani: la terra va trattata come se fosse stata presa in prestito dai figli e non ereditata dai padri. Si comprende così l’incipit del libro di Mario Cerato, Le radici dei boschi (Publistampa). L’autore lo presenta oggi alle 18 alla libreria Athena a Pergine Valsugana (ore 18). «La circolarità nel bosco sta ovunque: nell’aria, nell’acqua nel legno, nel terreno. Dalla dinamica circolare dei boschi dipende la vita del pianeta». La stesura – sottolinea l’autore Mario Cerato, laurea in scienze forestali – ha richiesto la collaborazione e la disponibilità di molte persone e istituzioni. Il volume ruota attorno alla complessità della gestione del bosco in Trentino, quale risorsa fondamentale nella vita delle comunità di montagna nel corso dell’Ottocento, il cosiddetto «secolo lungo», dalla Rivoluzione Francese alla Grande Guerra.
Attraverso il bosco l’autore fornisce una lettura della società che preme su quel territorio e lo fa nel modo più obiettivo possibile, riducendo l’apporto bibliografico e partendo da documentazioni provenienti da Uffici tecnici forestali periferici, poi conservate nell’Archivio di Stato di Trento, l’Archivio provinciale e altri archivi minori.
Circa 2500 documenti ora organizzati in un data base per essere facilmente consultati, che hanno permesso all’autore di analizzare e ricostruire l’evoluzione delle problematiche e delle scelte gestionali forestali, collegando il tutto alle modificazioni della società. In questo studio l’attenzione non si focalizza solo sulle politiche forestali adottate nel Tirolo italiano durante l’Ottocento, ma analizza pure l’evoluzione del rapporto fra le autorità governative e le comunità legate alle rispettive selve.
Di «approccio microstorico» parla infatti Piermaria Corona, direttore del Crea, rife
Impatto Politiche forestali e il loro impatto sulle comunità locali della regione
rendosi a questo volume, «in linea con un moderno approccio storiografico e con cura e dettaglio per quanto riguarda i riferimenti archivistici». Attraverso le tante storie avvenute in disparati ambiti territoriali – il Primiero, la Valle dei Mocheni, la Val Genova, la Val di Sole – viene ricostruita la storia che evidenzia i diversi punti di vista organizzati per nuclei tematici: i progressi della selvicoltura, il rapporto mutevole tra popolazione e risorse nello sviluppo del territorio, i confini tra proprietà boschive-agricole private, comunali e collettive, la fluitazione del legname verso la pianura padana, il progressivo depauperamento boschivo che rimanda ai dissesti idrogeologici, le strategie dei rimboschimenti artificiali.
Tra i temi, emerge anche quello delle competenze degli addetti alle foreste, a cominciare dal lontano saltar o guardaboschi, per proseguire con tutti quei saperi che ruotano attorno alla produzione e all’utilizzo del legname. Ecco dunque come la realtà boschiva appaia già due secoli or sono carica di soggetti coinvolti, mentre le annose questioni relative all’utilizzo delle foreste rimandano al termine «radici» del titolo.