Presepe in scuole e ospedali, Pendenza e Bordon a Fugatti «Consuetudine già radicata»
Che sia un’invasione di campo da parte della politica o semplicemente un modo per rafforzare una tradizione collettiva, poco importa. Per quanto riguarda le scuole, così come negli ospedali, la lettera della Provincia sembra essere superflua: nella maggior parte degli ambienti adibiti all’istruzione e alla cura delle persone vive già la consuetudine di allestire il presepe, o altre rappresentazioni legate al Natale. «Non serve la direttiva provinciale, c’è già una forte sensibilità per questa tradizione», spiega Paolo Bordon, direttore generale dell’Azienda sanitaria.
Il presidente Maurizio Fugatti, recependo le parole di papa Francesco, aveva precisato che «oltre al rinnovo della circolare indirizzata agli istituti scolastici, stiamo valutando di invitare all’allestimento del presepe anche l’Azienda sanitaria».
«Una tradizione che i nostri operatori, legati al territorio, portano avanti da molto tempo — precisa Bordon —. Dunque, qualora dovesse arrivare la lettera della Provincia, la accetteremo volentieri, anche se è già attuata in gran parte delle strutture ospedaliere». Del resto, la dimensione religiosa rappresenta un sostegno importante per i pazienti credenti. «Là dove è possibile cerchiamo di venire incontro alle esigenze religiose, anche per il ruolo che ricoprono — aggiunge il direttore —. Non credo poi che il presepe possa essere un’offesa».
Lo stesso concetto viene ribadito anche dal presidente trentino dell’associazione presidi Paolo Pendenza. «Credo che la maggior parte delle scuole trentine sia già abituata ad esporre segni che richiamano il Natale — osserva —. Finché la circolare provinciale rimarrà un invito, e non un obbligo, non vedo perché dovremmo scandalizzarci. Siamo in Italia e le nostre città sono piene di chiese e di simboli della religione cristiana. Fa parte della nostra cultura». In ogni caso, spetterà a ogni dirigente scolastico decidere se accogliere o meno l’invito della Provincia. Cosa farà Pendenza? «Ne parlerò con i miei collaboratori», risponde.
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Veniamo già incontro alle esigenze religiose