Cognola, battaglia per l’ambulatorio
A Cognola parte la raccolta firme dei genitori per riaprire l’ambulatorio pediatrico, che chiuderà a fine anno.
TRENTO Sostegno alla famigliarità e incentivi per contrastare la denatalità da una parte, chiusura dei poli pediatrici territoriali dall’altra. A pochi giorni dall’inizio del grande Festival della Famiglia a Trento arriva la notizia che l’ambulatorio pediatrico di via Julg a Cognola a fine anno cesserà la sua attività. Una decisione dell’Azienda Sanitaria che sembra essere solo la prima di altre azioni analoghe e che ha scatenato l’immediata reazione di tutti gli abitanti della collina. L’involontario protagonista della vicenda è il dottor Saverio Mirabassi, stimato pediatra trentino responsabile dell’ambulatorio, che a fine anno andrà in pensione e che l’Apss non ha intenzione di sostituire. Il polo verrà quindi chiuso e i quasi 900 bambini di Cognola, Martignano e San Donà che vi facevano riferimento dovranno trovare un’altra collocazione.
«Il dottor Mirabassi è stato all’ambulatorio tanti anni, ma con così tanti pazienti faceva fatica — spiega Elena, mamma e referente delle iniziative di protesta — per questo pensavamo che per sostituirlo sarebbe stato aumentato il numero di pediatri». Invece la decisione presa va nella direzione opposta. La motivazione dietro la scelta della Azienda sanitaria sembra essere un tentativo di ottimizzazione delle risorse, che non prende in considerazione il delicato aspetto della diffusione dei servizi su base territoriale. «Ci hanno detto che negli altri ambulatori della città di sono 1500 posti liberi. I nostri figli verranno curati dall’altra parte di Trento. E sembra che questa sarà la strada che seguiranno anche altri poli pediatrici. Un’assurdità, invece di valorizzare il territorio si centralizza». L’intera collina si sta attivando con una mobilitazione capillare. I primi a muoversi sono stati i genitori. Nel gruppo whatsapp, attraverso il quale vengono coordinate le azioni, i numeri inseriti sono già ottanta, e continuano ad aumentare. I genitori venerdì hanno iniziato una raccolta firme.
«Siamo davanti a tutte le scuole, ma anche nelle farmacie e nei supermercati. La comunità sta rispondendo benissimo, stanno firmando molto volentieri non solo i genitori o i nonni, ma tutti. Segno che capiscono l’importanza di questo tema. Continueremo fino al 6 dicembre». La seconda strategia in atto è quella di aprire un dialogo con le amministrazioni. «Alcuni di noi sanno cercando di prendere contatti con l’assessora Stefania Segnana. Vogliamo interfacciarci con le istituzioni, presentarle le firme, dimostrare che tutta la comunità è compatta e contraria a questa decisione». L’ultimo passaggio sarà il più ostico: parlare con l’Azienda sanitaria nella speranza che torni sui suoi passi.
La protesta Invece di valorizzare il territorio, si centralizza. Vogliamo incontrare l’assessora Segnana