«Rivoluzione, bisogna uccidere»
Blitz anti-anarchico: 7 arresti e 6 denunce. Contestati 6 attentati, 78 quelli legati alla cellula
Blitz all’alba da parte dei carabinieri del Ros e della Digos ieri mattina. Sette anarchici trentini sono stati arrestati, mentre altri 6 sono stati denunciati. Sono accusati di aver messo a segno 6 attentati, ma 78 gli episodi legati alla cellula e descritti nell’ordinanza del gip. Le accuse: terrorismo, associazione eversiva e incendio. Intercettazioni choc nell’atto d’accusa.
TRENTO Pedinamenti, appostamenti, centinaia di intercettazioni telefoniche e tracciati gps: è un lavoro certosino quello che ha portato i Ros dei carabinieri congiuntamente agli agenti della Digos e alla direzione centrale della polizia di prevenzione ad arrestare, la scorsa notte, sette persone con l’accusa di associazione con finalità di terrorismo o di eversione all’ordine democratico (270 bis del codice penale) nell’ambito dell’indagine «Renata», dal nome di un’auto che usavano per il loro spostamenti.
Tra i reati contestati nell’ordinanza emessa dal gip di Trento Marco La Ganga su richiesta della Procura di Trento anche la fabbricazione di documenti falsi, la detenzione e il porto di armi ed esplosivi, l’atto di terrorismo, incendio e danneggiamento. Le indagini sono cominciate nel 2016: sei gli episodi contestati ai sette soggetti, gravitanti, secondo l’accusa nell’ambito anarchico. Si tratta di Luca Dolce classe 1986, Roberto Bottamedi 28 anni, Giulio Berdusco 31 anni, Agnese Trentin 31 anni, Andrea Parolari 45 anni, Nicola Briganti 44 anni e Marie Antonia Sacha Beranek 33 anni, quest’ultima ai domiciliari per motivi di salute, tutti difesi dagli avvocati Giampiero Mattei, Andrea de Bertolini, Bonifacio Giudiceandrea. Una trentina le perquisizioni condotte dai Ros e dalla Digos nella notte e nella giornata di ieri, in Trentino, ma anche in Veneto e una a Roma, che hanno portato all’ulteriore iscrizione nel registro degli indagati di sei persone.
Nel mirino degli inquirenti sei episodi in cui gli anarchici, a coppie o gruppi, si sarebbero resi protagonisti: il danneggiamento, l’8 aprile 2017, del laboratorio di matematica industriale e crittografica del dipartimento di matematica e fisica dell’ateneo a Povo con l’uso di un ordigno che ha causato la distruzione dei sistemi informatici, quindi il danneggiamento di un traliccio della società Spa Towers di cinque ponti radio televisivi e delle apparecchiature a questi collegati sul monte Finonchio sopra Rovereto (il 7 giugno 2017), il tentato danneggiamento di nove automobili della polizia locale con delle molotov (il 3 dicembre dello stesso anno). I sette anarchici secondo l’accusa sarebbero responsabili anche dell’esplosione alla filiale Unicredit avvenuta lo scorso 25 luglio a Rovereto e di quella adi danni dell’agenzia di lavoro interinale Randstad il 1° settembre. Infine l’episodio ai danni della Lega: gli anarchici avrebbero secondo l’accusa collocato due ordigni nella sede della Lega di Ala, il 13 ottobre dove era atteso Salvini. Tra il materiale sequestrato numerose mazze e caschi.
Secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine avrebbero usato due sedi, in particolare, El Tavan in città per le riunioni e un’abitazione privata a Bosco di Civezzano, per l’elaborazione dei loro piani d’attacco.Ma oltre ai sei fatti specifici contestati emergono, dall’ordinanza, altri 78 episodi definiti «eversivi» e dunque a rischio. In almeno 13 c’è la certa partecipazione dei sette indagati.
Se il Procuratore capo Sandro Raimondi di Trento sottolinea il «rispetto dei diritti degli indagati di cui ora vogliamo ascoltare la versione» il mondo politico plaude all’operato di carabinieri e polizia. Dal vicepremier Matteo Salvini che attacca «nessuna tolleranza per violenti e criminali» a Trento: il presidente del consiglio Walter Kaswalder, Maurizio Fugatti e l’assessore Mirko Bisesti sono netti: «Vogliamo dire un forte grazie, a nome di tutti i trentini, a coloro che si adoperano in favore della legalità» dice il presidente. Intanto ieri sera una cinquantina di anarchici ha sfilato da piazza Battisti a via Oss Mazzurana fino a piazza Duomo al grido libertà per seguito dal ome dei sei arrestati. Diverse scritte contro lo Stato sono comparse in giro per la città. La manifestazione è stata presidiata dalla polizia
Le misure
In carcere Dolce, Bottamedi, Berdusco, Trentin, Parolari e Briganti. Beranek ai domiciliari. Ieri 50 compagni in piazza per protesta