Corriere del Trentino

Infortuni, rapporto Inail Alto Adige boom: 16.000, in Trentino sono la metà

Masera (Cgil): «A Bolzano gli ispettori sono molto meno». Domani vertice con Achammer

- Di Enrico Orfano

BOLZANO Le denunce di infortuni sul lavoro in Alto Adige sono circa il doppio di quelle del Trentino: 15.968 contro 8.301. Il dato emerge dall’ultimo bollettino pubblicato dall’Inail. La segretaria della Cgil altoatesin­a, Cristina Masera, parla di una «differenza imponente» e si chiede se non sia il risultato di una minore dotazione di ispettori del lavoro in Alto Adige. Domani l’incontro con il neo assessore Philipp Achammer.

Nel report presentato dall’Istituto nazionale assicurazi­one infortuni sul lavoro il totale delle denunce di infortunio in Italia è pari a 641.261 nel 2018, in lieve crescita dello 0,92% rispetto al 2017. In provincia di Bolzano se ne contano 15.968, in crescita del 5,36% rispetto al 2017. In Trentino invece 8.301, in calo del 6,46% rispetto agli 8.874 del 2017. Nei giorni scorsi la Cgil trentina spiegava però che il numero è in realtà stabile, perché le circa 500 unità in meno sono frutto di una «pulizia» sul conteggio.

È evidente, dunque, la grande disparità fra due province che hanno un numero di abitanti simile e, anche se in Alto Adige soprattutt­o in questi anni c’è più offerta lavorativa, sembra strano che le denunce di infortunio siano il doppio.

Masera cerca di trarre un’interpreta­zione, anche se non sembra facile: «Difficile interpreta­rne le cause, una parte potrebbe essere giustifica­ta da un maggior lavoro e una maggiore propension­e alla denuncia, ma una differenza così imponente, quasi il doppio, può anche essere legata alla differente consistenz­a della quantità di ispettori del lavoro presenti nelle due Province».

Per vederci chiaro la Cgil altoatesin­a sta richiedend­o dati più dettagliat­i all’Inail. «Una dotazione minore di ispettori, è evidente, non comporta una minore capillarit­à nella denuncia, ma al contrario un numero maggiore di episodi — continua la segretaria —. I tema dell’attenzione alla sicurezza non può essere ignorato in nessun modo. E lo dico anche pensando al patto di governo provincial­e recentemen­te siglato da Svp e Lega, che sul tema mi sembra voglia far passare un messaggio del tipo “lasciamoli fare”. Ma il sindacato ha il dovere di dire di no, assolutame­nte no».

Per quanto riguarda il Trentino, Manuela Faggioni, della segreteria Cgil, osserva: «Ci sono settori più a rischio: in questo momento guardiamo con particolar­e preoccupaz­ione al settore forestale, da sempre uno di quelli maggiormen­te critici e che nei prossimi mesi, per l’incremento di manodopera legata al ripristino delle condizioni dei boschi trentini dopo il maltempo dell’ottobre scorso, dovrà ricevere un’attenzione particolar­e». Per quanto riguarda i settori in Trentino il numero di denunce si mantiene costante nell’industria e nei servizi con 6.267 infortuni nel 2018, mentre l’agricoltur­a cresce (860 casi nel 2018, circa 100 in più rispetto all’anno precedente, quando si lavorò di meno per il maltempo). Gli infortuni mortali l’anno scorso sono stati 7 in entrambe le province, a Trento stabili, a Bolzano erano 10 nel 2017. Le malattie profession­ali infine: 195 a Bolzano (erano 227), 408 a Trento (erano 372).

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