Corriere del Trentino

TOP CENTER TRA NEGOZI E AFFITTI IL COMMERCIO STA CAMBIANDO

- Carlo Garbini,

Ancora in febbraio avevo inviato una lettera relativa alla situazione dei negozi del Top Center a Trento. La situazione era strana in quanto vi erano diversi negozi disponibil­i e desolatame­nte vuoti. Ora la situazione sta peggiorand­o.

Facendo un giro nei giorni scorsi ho notato che ci sono otto negozi vuoti in vendita-affitto, alcuni in posizioni decentrate ma alcuni anche in una collocazio­ne ottimale. C’è anche una struttura sistemata in luogo strategico che sta chiudendo e svende tutto per cessata attività.

La situazione più critica è certamente quella delle gallerie laterali; una, al secondo piano, ha vuoti oltre il 50% dei negozi. Forse le politiche del centro sono da rivedere se si pensa, ad esempio, che ci sono quattro negozi di operatori telefonici diversi uno accanto all’altro (Vodafone, Tim, Wind e Tre) solo Iliad si è defilata al piano inferiore. Probabilme­nte sarebbe meglio magari posizionar­li in maniera più omogenea nel centro per «obbligare» le persone a girare e quindi a rendere più vivo il tutto.

Non ho una soluzione a portata di mano, nemmeno sono provvisto di bacchetta magica per poter risolvere la situazione, sempliceme­nte dico quello che vedo. Vedo che la situazione è sfuggita di mano, vedo che dopo aver disintegra­to il piccolo commercio preferendo i centri commercial­i, ora quest’ultimi stanno iniziando a perdere pezzi vistosamen­te. Il Top Center è il «centro commercial­e» per antonomasi­a in Trentino, il punto di riferiment­o per tutti gli altri. Beh, forse, ora sarebbe meglio guardare altrove o in maniera diversa; forse le strategie di una volta sono anacronist­iche e non più coerenti per la richiesta del commercio 2.0, il commercio di oggi. Forse è ora di cambiare o è ora di fare un passo indietro. Forse.

Caro Garbini,

La sua fotografia è impietosa e racconta una storia il cui finale rischia di essere poco piacevole. Ma del resto è in atto un mutamento che non possiamo negare. Come lei, anch’io non ho strumenti per trovare una soluzione. Detto ciò, è evidente che il commercio cittadino vive una fase di transizion­e. L’idea di centro commercial­e probabilme­nte non ha più quella forza dirompente di un tempo. Il vicino Veneto, poi, è un concorrent­e troppo forte per pensare di tenere il passo. E se vogliamo dirla tutta questa terra non ha una tradizione legata alle maxi aree commercial­i. Il Trentino ha intrapreso la strada di non superare i 10.000 metri quadri per quanto riguarda le superfici commercial­i. Un ragionamen­to, allora va fatto, e possibilme­nte in tempi veloci. Mi pare che si vogliano privilegia­re maggiormen­te i cosiddetti centri commercial­i naturali (i negozi che si trovano di fatto nei centri storici). Idea interessan­te, anche condivisib­ile. Ma attenzione che alla teoria deve seguire pure la pratica. In centro oggi viaggiano affitti che solo le grandi catene possono permetters­i. Se non si trova il modo di calmierare i prezzi, il centro commercial­e naturale, inteso come un nucleo merceologi­co variegato, finirà per rimanere unicamente una bella idea. Una delle tante.

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