TOP CENTER TRA NEGOZI E AFFITTI IL COMMERCIO STA CAMBIANDO
Ancora in febbraio avevo inviato una lettera relativa alla situazione dei negozi del Top Center a Trento. La situazione era strana in quanto vi erano diversi negozi disponibili e desolatamente vuoti. Ora la situazione sta peggiorando.
Facendo un giro nei giorni scorsi ho notato che ci sono otto negozi vuoti in vendita-affitto, alcuni in posizioni decentrate ma alcuni anche in una collocazione ottimale. C’è anche una struttura sistemata in luogo strategico che sta chiudendo e svende tutto per cessata attività.
La situazione più critica è certamente quella delle gallerie laterali; una, al secondo piano, ha vuoti oltre il 50% dei negozi. Forse le politiche del centro sono da rivedere se si pensa, ad esempio, che ci sono quattro negozi di operatori telefonici diversi uno accanto all’altro (Vodafone, Tim, Wind e Tre) solo Iliad si è defilata al piano inferiore. Probabilmente sarebbe meglio magari posizionarli in maniera più omogenea nel centro per «obbligare» le persone a girare e quindi a rendere più vivo il tutto.
Non ho una soluzione a portata di mano, nemmeno sono provvisto di bacchetta magica per poter risolvere la situazione, semplicemente dico quello che vedo. Vedo che la situazione è sfuggita di mano, vedo che dopo aver disintegrato il piccolo commercio preferendo i centri commerciali, ora quest’ultimi stanno iniziando a perdere pezzi vistosamente. Il Top Center è il «centro commerciale» per antonomasia in Trentino, il punto di riferimento per tutti gli altri. Beh, forse, ora sarebbe meglio guardare altrove o in maniera diversa; forse le strategie di una volta sono anacronistiche e non più coerenti per la richiesta del commercio 2.0, il commercio di oggi. Forse è ora di cambiare o è ora di fare un passo indietro. Forse.
Caro Garbini,
La sua fotografia è impietosa e racconta una storia il cui finale rischia di essere poco piacevole. Ma del resto è in atto un mutamento che non possiamo negare. Come lei, anch’io non ho strumenti per trovare una soluzione. Detto ciò, è evidente che il commercio cittadino vive una fase di transizione. L’idea di centro commerciale probabilmente non ha più quella forza dirompente di un tempo. Il vicino Veneto, poi, è un concorrente troppo forte per pensare di tenere il passo. E se vogliamo dirla tutta questa terra non ha una tradizione legata alle maxi aree commerciali. Il Trentino ha intrapreso la strada di non superare i 10.000 metri quadri per quanto riguarda le superfici commerciali. Un ragionamento, allora va fatto, e possibilmente in tempi veloci. Mi pare che si vogliano privilegiare maggiormente i cosiddetti centri commerciali naturali (i negozi che si trovano di fatto nei centri storici). Idea interessante, anche condivisibile. Ma attenzione che alla teoria deve seguire pure la pratica. In centro oggi viaggiano affitti che solo le grandi catene possono permettersi. Se non si trova il modo di calmierare i prezzi, il centro commerciale naturale, inteso come un nucleo merceologico variegato, finirà per rimanere unicamente una bella idea. Una delle tante.