DALLA PARTE DEL CITTADINO
DOPPIO LUTTO Antonio e Vitali
Un tragico destino collega la scomparsa di Antonio Megalizzi e Vitali Mardari, neppure trentenni, che hanno perso la vita in modo tanto terribile e ingiusto, seppure in circostanze molto differenti. Antonio Megalizzi, ragazzo dell’Europa, viaggiatore dell’anima, col suo sorriso generoso, gli occhi brillanti, lo sguardo aperto sulla vita e sul mondo che amava, colpito a morte dalla furia senza sguardo, dal vuoto esistenziale di un altro giovane come lui che della vita non era innamorato. Che anzi la disprezzava: la sua e quella di chi lo ha guardato dritto negli occhi sulle strade del Natale di Strasburgo. Con un’unica domanda senza risposta: perché? Violento e disperato, pieno di odio e rancore, di falsi miti, di paradisi promessi a quelli che, come lui, scelgono la morte e la fanno diventare paradigma di esistenze senza futuro. Quelle di tanti ragazzi carnefici di innocenti come Antonio ma vittime a loro volta della barbarie del terrorismo.
E poi Vitali, il boscaiolo moldavo, migrante sulle montagne del trentino. Occhi dolci e sorriso ardito, fiero e
sorridente nelle foto tra i boschi che aveva imparato ad amare e a conoscere. Nonostante lavorasse in nero. Muore colpito da un cavo di acciaio. Per lui non arrivano ambulanze, non ci sono presidi medici, conforti religiosi, lacrime, né le carezze amorevoli
di familiari e amici. Muore abbandonato e nascosto nei boschi di Sagron Mis, privo dei diritti civili, sindacali e umani che dovrebbero essere parte fondante della storia di un paese civile. Buttato via come uno straccio senza più valore, senza dignità, dal suo
datore di lavoro.
Antonio e Vitali ci richiamano alla nostra comune umanità. Per un mondo diverso combatteva la sua battaglia delle idee e delle parole il nostro Antonio, con passione, determinazione, con il sorriso. Per il suo lavoro, ancora senza diritti e rispetto, è morto Vitali. Lontano dal cielo del suo paese. Ragazzo migrante che voleva cambiare in meglio la sua vita, dare dignità alla sua esistenza e ai suoi sogni. Lucia Coppola, portavoce Verdi
del Trentino