Oddone Longo, un grecista contro gli estremismi
Un uomo solo che ne racchiudeva molti: questo era Oddone Longo, professore emerito dell’Università di Padova a cui questa mattina viene dato l’addio con il rito accademico nel cortile antico del Bo, alle 9.30. E non tanto per la sfilza di titoli e incarichi, ma per un approccio totale e multiforme alla vita e ai suoi interessi: grecista raffinato, rigoroso e curioso, passava dall’analisi delle figure retoriche in letteratura, saggi sulla poesia, approfondimenti che più seri non si può ai modi di cacciare e pescare degli antichi greci, ma studio serissimo anche questo. Le lettere per lui erano moltissimo, e fu preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, ma non solo quelle antiche: leggeva i contemporanei e a casa campeggiava preziosamente una fotografia di Kafka. Se la Grecia lo illuminava, guardava ad altre fonti luminose, la Scienza per esempio, di cui si è interessato come autore e divulgatore (un paio di libri su Galileo, ma anche i livelli scientifici raggiunti nella «sua» Ellade). Non è un caso se ha fatto il presidente dell’Accademia Galileiana di Scienza, Lettere ed Arti, a Padova, e se l’ultimo suo insegnamento è stato sulla storia del pensiero scientifico. Ma l’uomo guardava ovunque: alla cultura del cibo, per esempio, tanto da essere presidente dell’Associazione Homo Edens, l’uomo che mangia ma non è mai sazio di sapere cosa e come. E tanto da scrivere a settant’anni un libro (quanti!) su «Il succo dell’immortalità. Della vite e del vino». Fu tra i fondatori di AR/CO, gruppo per l’architettura contemporanea. Apparenza austera che si scioglieva subito in simpatia e contagioso amore per la vita, condito ad ogni passo da un sapere enciclopedico.
Oddone Longo se n’è andato a 88 anni ma ha