Tensione all’interno del Patt Panizza smentisce Ossanna
TRENTO «L’ho detto e lo ripeto: il Patt ritiene che la coalizione non ci sia più e va avanti con il suo candidato presidente. Parliamo con tutti, ma non vedo le condizioni per una nostra alleanza con il centrodestra guidato dalla Lega». Franco Panizza smentisce così le fughe in avanti del capogruppo Lorenzo Ossanna, che nella sua intervista di ieri a l’Adige mostrava un Patt già in ginocchio di fronte al Carroccio.
La giornata da protagonista vissuta lunedì da Ossanna dimostra già da sola il livello di confusione che regna in questi giorni tra le Stelle Alpine. Quasi sempre silente, il capogruppo entrato come primo dei non eletti dopo la scomparsa di Diego Moltrer ha avuto nello scontro con Walter Kaswalder per la vicepresidenza del consiglio regionale il momento topico della sua consiliatura. Lunedì, in un solo giorno, ha illustrato il suo progetto per fortificare la Regione e rigettare gli sbandati verso Piazza Dante, ha annunciato ai microfoni della Rai la svolta leghista del Patt e, non domo, ha annunciato di voler incontrare Salvini «ma per ragioni istituzionali». Ora, che una buona parte della base del Patt guardi con simpatia alla Lega è noto ed era uno dei motivi per i quali nel Pd c’era chi considerava vitale l’alleanza con il Patt. Altrettanto evidente è che le seconde fila farebbero carte false per una candidatura in quella che ormai a buon diritto considerano la coalizione vincente. Tra questo e l’alleanza, però, di acqua ne passa. Il Patt si è proposto per cinque anni come l’anti-Lega, ma soprattutto la Lega ha oggi poco bisogno dei voti del Patt. O meglio, con Walter Kaswalder (Autonomisti popolari) i voti di area autonomista li sta già raccogliendo da tempo. Non a caso, lunedì Maurizio Fugatti ha chiarito che i ripensamenti individuali vanno bene, ma il Patt può rimanere dov’è.
«Credo — premette Panizza — che Ossanna sia stato capito male. La nostra linea resta quella che abbiamo deciso all’indomani dell’irresponsabile decisione del Pd: andiamo avanti da soli con Rossi come candidato presidente aperti ai contributi di tutti coloro che vorranno seguirci in questo percorso». Rossi, privatamente, lo sta ripetendo: con il centrosinistra la rottura è insanabile, ma il Patt non andrà con la Lega, non con lui come leader. «Al momento — continua Panizza — non vedo le condizioni per accordi né da una parte, né dall’altra. Mi è anche stato chiesto se abbiamo nomi alternativi da indicare al centrosinistra, ma non ne abbiamo: a lungo abbiamo spiegato le motivazioni politiche che ci inducevano a sostenere Rossi e non sono cambiate». Pare dunque tramontare l’ipotesi circolata nei giorni scorsi di un rientro del Patt nel centrosinistra grazie a un nuovo nome indicato dagli autonomisti. «Continuiamo a guardarci intorno — assicura Panizza — ma vediamo solo molta confusione. Un progetto civico e centrista è sempre stato nelle nostre corde, ma non basta sommare qualche personalità, serve un progetto».
Il segretario
Non vedo condizioni per alleanze Andiamo avanti con Rossi come abbiamo già detto