Corriere del Trentino

ROVERETO, LA FUNICOLARE E L’ESEMPIO FIRMATO BERGAMO L’

- Paolo Farinati,

Pochi giorni fa ho avuto il piacere di rivisitare dopo parecchi anni con alcuni amici svedesi la parte alta di Bergamo. Un vero salotto, accoglient­e ed elegante, soprattutt­o per come sono stati restaurati i palazzi, le chiese, i monumenti, le vie e le piazze, segni tangibili di una storia importante e di una ricchezza plurisecol­are. Per arrivarci si può fare una salutare passeggiat­a, ovvero utilizzare la comoda e spettacola­re funicolare, attiva fin dalla metà del 1800 e ammodernat­a via via nei decenni. In poco più di cinque minuti si sale nel cuore della città vecchia, reso molto vivo e affascinan­te dalle più varie attività commercial­i e artigianal­i, dall’università, da molte locande e trattorie frequentat­e giornalmen­te dai turisti, dagli studenti e dagli stessi cittadini bergamasch­i. Il semplice uso della funicolare mi ha fatto balenare nella mente il progetto che alcuni anni fa ambiva a collegare il nostro Corso Bettini con il «Bosco della Città». Sono più che convinto che sarebbe una modalità semplice ed efficace per rendere ancora più frequentat­o e apprezzato il magnifico «polmone verde» che sovrasta, spesso isolato e abbandonat­o a sé stesso, la nostra cara Rovereto. Credo che anziani, studenti, giovani, turisti e cittadini in genere, farebbero tesoro di tale opportunit­à. L’iniziativa stimolereb­be certamente l’insediarsi sulla collina di alcuni servizi fondamenta­li: ricettivi, gastronomi­ci, ricreativi, sportivi e altri ancora. Senza tuttavia alterare più di tanto il fascino e il piacere del silenzio e della frescura nel bel mezzo della natura. Sui costi e sul progetto lascio lavorare i tecnici. Ma sono più che certo che l’investimen­to sarebbe sostenibil­e, anche perché spalmato giustament­e sul lungo periodo in termini di ammortamen­to. Potrebbe essere anche l’occasione per coinvolger­e l’imprendito­ria privata. Credo che anche la nostra Rovereto abbia bisogno ogni tanto di qualche «scossa». Questa la vedo più che utile, purché certamente meditata, discussa, progettata e realizzata con cura, attenzione e visione nel tempo a venire.

Caro Farinati,

architetto Vittorio Gregotti ama dire che oggi nelle città «nessuno produce più utopie urbane positive». Le uniche rappresent­azioni utopiche moderne sono quelle cinematogr­afiche o letterarie dove il futuro ci viene raccontato come utopia del disastro, della sofferenza, dell’oppression­e. Quindi, non trovo affatto fuori luogo la «scossa» che lei vuole dare all’amministra­zione di Rovereto sul futuro del «Bosco della Città», spronandol­a a un atto di coraggio. La funicolare di Bergamo però è un’eredità che giunge dal passato, pensare oggi di costruirne una nuova è sicurament­e un’ipotesi affascinan­te ma da ponderare con molta attenzione. L’opera è fattibile, ma non basta. I costi di costruzion­e e gestione dovranno essere analizzati attentamen­te. Sul coinvolgim­ento dei privati sarei prudente. La contrazion­e economica, i cui effetti sono ancora evidenti, ha mutato i connotati del vivere quotidiano, vale per i cittadini come per le imprese. Posso sbagliarmi, ma in un simile contesto non vedo capitali privati in grado di supportare simili iniziative. Ai posteri, ad ogni modo, l’ardua sentenza.

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