«Vittorio era corretto e leale» Ricordo commosso di Vigliada
I due sedettero insieme nell’assemblea cittadina dal 1969 al 1974
BOLZANO Da ormai molti anni si trovava costretto a letto a causa di gravi difficoltà di deambulazione, eppure il ricordo che Albericci ha lasciato nelle persone conosciute durante una parentesi da consigliere comunale a Bolzano, dal 1969 al 1974, resta forte e indelebile.
«Un uomo di partecipazione, che c’era sempre ma che aveva l’intelligenza di conoscere i limiti del suo ruolo». Così lo ricorda Giorgio Vigliada, in quella legislatura capogruppo in consiglio, col quale all’epoca condivise l’impegno politico nel Partito liberale. «Ho appreso questa notizia con profondo dolore. Vittorio era una persona stupenda, di grande umanità e dolcezza. Era anche molto riservato, ma quando ci si doveva spendere e impegnare in qualcosa c’era sempre».
Vigliada ricorda che già all’epoca Albericci aveva qualche problema di salute, «ma ho sempre ammirato il fatto che non si sia mai lamentato di nulla. Era, appunto, una persona estremamente riservata e che tendeva a non parlare dei propri problemi, ma ho sempre stimato il fatto che non si sia mai lamentato di nulla, anzi ricordo che cercava di non dare mai a vedere i problemi che aveva nel camminare e nel muoversi», ricorda l’allora collega di consiglio.
Albericci era approdato in consiglio comunale dopo che Tullio Agostini, venuto a mancare peraltro poche settimane fa, era stato eletto consigliere regionale. «Ricordo che Tullio preferì a un certo punto non rivestire il doppio ruolo anche perché aveva numerosi impegni, e quindi a quel punto gli subentrò Vittorio. Fu un’esperienza meravigliosa, lo ricordo sempre con enorme affetto e purtroppo devo dire che la sua vita non è stata certo molto fortunata. Anche se, e questo lo ricordo già all’epoca, ha sempre avuto affianco le sue due sorelle, le quali non gli hanno mai fatto mancare il loro affetto e supporto», chiosa Vigliada.
Un qualche ricordo lo conserva anche il primo cittadino Renzo Caramaschi, che approdò in Comune nel 1971: «Ricordo vagamente questo ragazzo molto giovane, impegnato in politica, che però già all’epoca aveva qualche problema di salute e mi pare si muovesse talvolta con un bastone. Io arrivai nel 1971, quindi non ho una conoscenza molto approfondita, ma solo qualche vago ricordo».
Chi all’epoca mosse i primi passi in consiglio, fino poi, nelle legislature a seguire, a diventare prima assessore e poi sindaco è Marcello Ferrari, che proprio dal 1969 al 1974 affrontò la prima esperienza da eletto in Comune. «Non avevamo spesso a che fare anche perché io mi trovavo nella sponda opposta, con la Democrazia cristiana, ma ho un ricordo di Vittorio quale persona onesta e corretta, un uomo leale con il quale ci si poteva confrontare. Ho appreso la notizia proprio questa mat- tina e sono molto addolorato. Resta purtroppo il rimpianto di essersi persi di vista con la fine di quella legislatura. Ricordo che dopo di allora non abbiamo mai più avuto modo di incontrarci, e questo mi dispiace moltissimo», aggiunge l’ex sindaco Ferrari.
Albericci, dunque, anche se era subentrato in seconda battuta ad Agostini, era una persona molto stimata all’interno del partito liberale. L’impegno attivo in politica si concluse però con la fine di quella legislatura, nel 1974, «anche perché credo che proprio in quegli anni si iniziarono a manifestare i primi problemi di salute», ricorda Vigliada.
Albericci aveva sempre vissuto nella casa familiare di via Duca d’Aosta e non si era mai sposato. Le sue sorelle, però, anch’esse residenti a Bolzano, gli sono sempre rimaste vicine, come ricorda lo stesso collega e amico Vigliada, Per diverso tempo aveva lavorato come impiegato nel settore pubblico, ma da ormai molti anni la sua disabilità gli impediva di fatto di muoversi. Come hanno ricordato inoltre i vicini, le sorelle puntualmente passavano tutte le mattine a trovarlo e a fargli compagnia, provvedendo a tutte le necessità. Non essendo stata disposta l’autopsia sul corpo della vittima, è possibile che già nei prossimi giorni si tengano i funerali.
Caramaschi Ne ho memoria da giovane, all’inizio del suo impegno politico
Il collega «Era sempre attivo e partecipe Conosceva i limiti del suo ruolo»