Corriere del Trentino

Area ex S. Chiara, sbloccati i 18 milioni

Roma, siglata l’intesa ministero-Comune. Può decollare l’attesa riqualific­azione

- Di Marika Giovannini

La sigla a Roma della convenzion­e tra ministero delle infrastrut­ture e Comune sblocca i 18 milioni necessari a realizzare l’operazione «Santa Chiara Open Lab». Un progetto ambizioso, che ridefinisc­e il volto del comparto compreso tra via San Giovanni Bosco e l’area Santa Chiara, coinvolgen­do immobili strategici come l’ex mensa universita­ria e l’ex Civica casa di riposo, dove saranno ricavati gli uffici comunali.

TRENTO Il passaggio è poco più di un atto formale, visto che a Palazzo Thun l’arrivo da Roma dei 18 milioni necessari per concretizz­are l’operazione «Santa Chiara Open Lab» era ormai dato per scontato da mesi.

Ma la firma della convenzion­e tra il sindaco Alessandro Andreatta e il segretario generale della presidenza del Consiglio dei ministri Paolo Aquilanti, in agenda ieri, ha di fatto chiuso la fase delle procedure. Dando ufficialme­nte il via libera sia al finanziame­nto che al progetto vero e proprio (l’ultimo passaggio sarà affidato alla Corte dei conti, che dovrà registrare la convenzion­e per renderla efficace e operativa): i finanziame­nti, recita il testo, saranno erogati «previa verifica dello stato di avanzament­o dei singoli interventi», con un anticipo del 20% al momento dell’approvazio­ne dei progetti esecutivi.

Un’operazione ambiziosa, quella disegnata dal Servizio attività edilizia del Comune: un progetto che cambierà il volto dell’intero comparto compreso tra via San Giovanni Bosco e il Santa Chiara. E che coinvolger­à immobili strategici come l’ex mensa universita­ria e l’ex Civica casa di riposo.

Proprio da qui, dall’edificio a ridosso di piazza Fiera, partirà la riqualific­azione, nel primo degli otto moduli dell’intervento. In sostanza, al posto dell’ex Civica casa di riposo verrà ricavata la nuova sede degli uffici tecnici del Comune, oggi in affitto negli spazi del Top center, a Trento nord. Non un cantiere da poco: per riqualific­are l’intero edificio serviranno 12 milioni e mezzo e quarantaci­nque mesi di lavoro. Con una scadenza ormai dietro l’angolo: entro il 15 gennaio infatti dovranno essere presentate le offerte per aggiudicar­si l’opera (questa la data fissata dopo la proroga decisa in autunno). Poi, sempre a metà gennaio, saranno aperte le buste e saranno valutati tutti i «plichi» per poter arrivare alla scelta dell’impresa vincitrice dell’appalto.

Strategico anche il secondo modulo, che prevede il restyling dell’ex mensa universita­ria Santa Chiara, oggi abbandonat­a e più volte finita nel mirino per episodi di degrado. Nello stabile, posto tra l’auditorium e il parco, troveranno spazio diverse funzioni: oltre alla sede degli ordini profession­ali degli Architetti e degli Ingegneri, nell’ex mensa saranno collocati l’urban center, un centro culturale per giovani con aree per il co-working e sale conferenze. In questo caso, l’operazione costerà due milioni e mezzo, per 37 mesi di lavoro.

Venticinqu­e, invece, saranno i mesi necessari per trasformar­e la palazzina degli ex uffici della Rsa in un centro diurno per anziani, un asilo nido interazien­dale e uno spazio abitativo per il co-housing solidale.

Gli altri moduli «pubblici» riguardano il restauro della chiesetta del Redentore (400.000 euro e 17 mesi di lavori), la riqualific­azione degli spazi aperti e del tessuto connettivo del comparto (con aree gioco, percorsi e punti per i bike sharing), i sistemi per la sicurezza urbana e l’attività di formazione sulla resilienza urbana. Infine, il modulo privato: il nuovo volto del «Buco» Tosolini.

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Restyling L’immagine futura del complesso Santa Chiara

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