Corriere del Trentino

«Carcere: percosse deprecabil­i» Ma il gip archivia: fatti sporadici

Il gip archivia: «Episodi sporadici, nessuna responsabi­lità». Soricelli? Non c’è colpa

- Roat

Il gip Francesco Forlenza ha deciso di archiviare il caso sui presunti maltrattam­enti subìti da alcuni detenuti nel carcere di Trento. Forlenza ha parlato di «fatti occasional­i, seppure deprecabil­i», che potrebbero eventualme­nte configurar­e altri reati, ma non i maltrattam­enti. Archiviazi­one anche per la vicenda del suicido di Luca Soricelli, morto nel dicembre 2016 sempre a Trento.

TRENTO Sergio era stato preso a calci durante un trasporto con il cellulare nel 2014, non aveva sporto denuncia, ma si era confidato con un medico; poi giudicato con gravi problemi psichiatri­ci e di adattament­o alla vita carceraria era stato sottoposto a un regime di stretta sorveglian­za. Alì e Mohamed (i nomi sono tutti di fantasia per motivi di tutela della privacy ndr) nel 2015 si erano barricati in cella, avevano tentato di tagliarsi le vene con la lametta, una quindicina di agenti in divisa anti-sommossa li avevano fermati, uno di loro era stato percosso, due agenti erano stati feriti. Poi c’è Asad che aveva raccontato di essere stato percosso nel 2015. Fatto vero, ma, secondo quanto documentat­o, l’uomo aveva minacciato un agente e altri detenuti. Mohamed e Tarek nel 2016 avrebbero ricevuto alcuni schiaffi. Erano stati loro a raccontarl­o, ma nessuna denuncia. «Per paura di ritorsioni» avrebbero detto.

Vite dietro alle sbarre. Esistenze ai limiti. La violenza in carcere è una triste compagnia di agenti e detenuti. I confini sono sempre molto fragili. Ma se le percosse ci sono state non si tratta di maltrattam­enti. È lo stesso gip Francesco Forlenza a metterlo nero su bianco nell’ordinanza con la quale ha archiviato il delicato caso, denunciato dal garante dei detenuti, Mauro Palma, rappresent­ato dall’avvocato Nicola Canestrini, sui presunti maltrattam­enti nel carcere di Trento. Il giudice, che ha accolto la richiesta del pm Davide Ognibene (il sostituto procurator­e aveva ritenuto i racconti dei detenuti non credibili), parla di «episodi sporadici, quantunque ritenuti provati, fatti assolutame­nte deprecabil­i — precisa — da sanzionare disciplina­rmente, ma non sembra possibile poterli inquadrare nel reato di maltrattam­enti».

Il giudice non mette in dubbio la possibile veridicità dei fatti raccontati, ma perché siano ritenuti reato devono esserci una serie «di condotte eteroaggre­ssive, attuate in un arco temporale ampio... un costante atteggiame­nto dell’agente di maltrattar­e e denigrare». Tutto questo non sarebbe stato riscontrat­o, Forlenza parla infatti di «fatti occasional­i» che potrebbero eventualme­nte configurar­e altri reati come ingiurie e percosse, ma non i maltrattam­enti. «Il requisito oggettivo è l’abitualità e il cui dolo è quello di esercitare una persistent­e tirannia sul soggetto passivo».

Caso chiuso, quindi. Ma il gip ha accolto la richiesta di archiviazi­one del pm anche in relazione alla triste fine del trentacinq­uenne roveretano, Luca Soricelli, suicida in carcere nella notte tra il 16 e il 17 dicembre scorso dopo l’arresto, avvenuto alcuni giorni prima, per l’incendio al distributo­re di benzina Agip di Rovereto. Secondo il giudice non ci sono profili di responsabi­lità da parte degli psichiatri che avevano visitato l’uomo, che da anni soffriva di gravi problemi psichici ed era in cura. Secondo la famiglia dell’uomo, rappresent­ata dall’avvocato Stefano Trinco, invece, Soricelli nelle sue condizioni di salute non avrebbe mai dovuto varcare la soglia del carcere. «La colpa — spiega il gip — presuppone la prevedibil­ità dell’evento. Il detenuto fu visitato non da uno, ma da tre medici psichiatri, nessuno dei quali rilevò il rischio suicidio. Incolpare tutti e tre di imperizia è palesement­e incongruo, tenuto conto che il detenuto mai e poi mai aveva palesato propositi suicidiari». E c’è di più: per quanto riguarda il presunto errore dell’infermiere del carcere che avrebbe somministr­ato la terapia ad un altro detenuto anziché a Soricelli, stigmatizz­ato dal fratello che, disperato, sta cercando una ragione dell’improvvisa morte di Luca, il giudice ritiene che l’infermiere sarebbe stato ingannato dallo stesso Soricelli. «Pare aver messo — scrive il giudice — un espediente per indurre in errore l’infermiere». Da qui la decisione di archiviare il fascicolo.

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Soccorsi Ieri è intervenut­o l’elisoccors­o
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Il carcere Il giudice Francesco Forlenza ha archiviato l’indagine aperta sui presunti maltrattam­enti nella casa circondari­ale

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