Scelte tristi
Leggo dei dieci progetti sportivi dati alla luce dal consigliere Dario Maestranzi, delegato dal sindaco Andreatta allo sviluppo — parola magica — del nostro monte Bondone, e ne ricavo una grande tristezza.
Vi vedo confermate l’impossibilità di un dialogo con l’attuale dirigenza cittadina e la cronica impermeabilità di questa alle considerazioni e agli appelli tante volte e così inutilmente presentati. Si richiede un approccio alla montagna che ne consideri e valorizzi in primo luogo le straordinarie caratteristiche naturali, preservando una ricchezza comune già purtroppo per molti aspetti compromessa. Però solo quanto viene compreso e amato può essere difeso, e temo proprio che a Maestranzi questa particolare sensibilità manchi del tutto. Il territorio, la nostra montagna non sono una palestra dove torme di sportivi in costumi multicolori possano trovare ovunque spazio per i loro svaghi. Neppure è una bottega, dove amministratori desiderosi di facile popolarità possano ritagliare vasti territori da porre a esclusiva disposizione di ipotetici quanto danarosi turisti.
Per definizione un campo da golf non è area aperta al pubblico, e quindi le praterie delle Viote, con le loro splendide fioriture, rimarranno chiuse ai profani e normali cittadini.
Accostarsi ad una montagna così particolare, alla sua flora, ai suoi animali selvatici, ai suoi panorami e ai suoi silenzi, richiede
rispetto e prudenza. Si è dichiarato il Bondone parco naturale, ma in concreto ci si è invece affrettati a demolire il Centro di ecologia alpina, generoso lascito di Walter Micheli.
Il Bondone vagheggiato da Dario Maestranzi mi fa davvero spavento. Prima che sia troppo tardi, cerchiamo di difendere
la nostra montagna da questi valorizzatori. Francesco Borzaga,