Pd e omofobia, sgambetto degli alleati
Borga: assenze, niente giustificazione. Upt e Patt astenuti, Maestri in minoranza. Ma la risoluzione è inapplicabile
Upt e Patt si sono astenuti, lasciando campo libero a Civica Trentina e Progetto Trentino, che hanno messo in minoranza il Pd. La delibera sulle lezioni scolastiche anti-omofobia ha diviso la maggioranza in commissione sul delicato punto della giustificazione dell’assenza. Maestri: «È stato fatto tutto il possibile». Il segretario Gilmozzi tace.
TRENTO Si sapeva che l’esame in commissione della delibera sulle lezioni anti-omofobia nelle scuole avrebbe potuto riservare qualche sorpresa per la maggioranza. E così è stato. Il Pd ha ottenuto le modifiche richieste, ma sul nodo del contendere, quello relativo alle assenze, ne è uscito politicamente sconfitto. I democratici sono stati «abbandonati» dagli alleati sull’equivalenza tra la tradizionale giustificazione e la semplice comunicazione della mancata partecipazione dei figli. Chiara Avanzo (Patt) e Gianpiero Passamani (Upt) si sono astenuti, lasciando sola Lucia Maestri (Pd), unica contraria alla proposta di Rodolfo Borga (Civica).
Ora la palla torna alla giunta, che dovrà valutare se recepire il suggerimento. Dal punto di vista tecnico cambia poco o nulla. L’unico strumento previsto dall’ordinamento scolastico, come ribadiscono gli stessi uffici provinciali, è la giustificazione. I genitori potranno compilarla senza specificare i motivi dell’assenza. L’ambiguità tra comunicazione e giustificazione risale alla formulazione stessa delle «Linee guida per il sistema educativo provinciale in tema di contrasto alle discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale, identità sessuale o di genere», che è la delibera su cui si è espressa la quinta commissione del consiglio provinciale, presieduta da Maestri. Le direttive a loro volta riprendono l’ordine del giorno 215, proposto da Borga e approvato dal consiglio l’11 giugno scorso, che impegnava a coinvolgere le famiglie nell’attuazione della mozione 126 (licenziata a maggio) contro l’omofobia.
La commissione si è espressa all’unanimità a favore della deliberazione proposta per la giunta dall’assessora alle pari opportunità Sara Ferrari, dopo che i consiglieri hanno concordato alcune modifiche. Sono i punti che premevano al Pd. La premessa dovrà contenere un riferimento ai due ordini del giorno da cui nascono le linee guida. In questo modo, compariranno nel testo le parole «bullismo omofobico» prima assenti. La condivisione da parte delle famiglie non avverrà tramite «una trattativa» fra scuola e genitori, ma attraverso l’inserimento dei contenuti delle lezioni (in ore curriculari, non opzionali) nel progetto formativo d’istituto. Il luogo deputato per l’approvazione del documento è il consiglio d’istituto, al quale partecipano i rappresentanti dei genitori. Le iniziative dovranno essere precedute da un’informazione alle famiglie tramite note circolari «nonché» incontri con i genitori. «Questo per assicurare un’esaustiva conoscenza dei temi trattati e dare la possibilità di non partecipare» ha precisato Ferrari. In caso di assenza da queste attività scolastiche, ha aggiunto, servirà la giustificazione: «Vale lo stesso principio previsto per chi non aderisce all’insegnamento della religione cattolica».
Il dibattito successivo tuttavia l’ha vista in minoranza. Walter Viola di Progetto Trentino ha osservato che un conto è la comunicazione di non partecipazione, un altro la giustificazione. Maurizio Fugatti (Lega nord) ha ritenuto «discriminante per chi non partecipa a questi corsi l’obbligo di motivare le ragioni dell’assenza». Livia Ferrario, dirigente del dipartimento conoscenza, ha chiarito che la giustificazione potrà essere semplicemente segnalata dalla formula «non partecipa», senza altre specificazioni. L’importante, ha aggiunto, è che il genitore si assuma la responsabilità dell’assenza del figlio da scuola.
La sorpresa è arrivata quando Borga ha subordinato il proprio parere favorevole alla richiesta di inviare alle scuole la raccomandazione ad attribuire lo stesso valore di una giustificazione alla comunicazione dei genitori sulla non partecipazione dei figli. La proposta è passata per il voto favorevole del proponente e di Viola, l’astensione di Passamani e Avanzo. Il no di Maestri non è bastato.