Corriere del Trentino

Mediocredi­to, operazione dismission­i Quote pubbliche verso Cassa centrale

Intesa tra Rossi e Kompatsche­r. Il piano: accordo subito e cessione progressiv­a delle quote

- Scarpetta

Le Province di Trento e La Regione si preparano a dismettere la loro quota del 52,5% in Mediocredi­to. L’auspicio della politica regionale è di riuscire a vendere le partecipaz­ioni che già la Corte dei Conti aveva chiesto di alienare a Cassa centrale Banca che ne ha bisogno per dare vita alla banca corporate del nascente gruppo di credito cooperativ­o. La vendita seguirà comunque procedure di evidenza pubblica. Se l’acquirente si confermerà Ccb, l’accordo verrà stilato subito, ma la cessione avverrà progressiv­amente. Per il momento, Bcc ha bisogno di tutto il patrimonio per riunire il miliardo richiesto per legge.

TRENTO Le Province autonome di Trento e Bolzano, insieme alla Regione, sono intenziona­te a dismettere tutte le proprie quote di Mediocredi­to Trentino Alto Adige. L’acquirente dovrà evidenteme­nte superare una procedura di evidenza pubblica, ma l’obiettivo auspicato dalla politica regionale sarebbe che, ad aggiudicar­si il controllo della banca, fosse Cassa centrale Banca che ne ha bisogno per dare vita alla «banca corporate» del nascente gruppo bancario. C’è un solo problema: ad oggi, con l’obiettivo del miliardo di euro di patrimonio netto da raggiunger­e per poter diventare gruppo autonomo, Cassa centrale Banca non pare in grado di acquistare Mediocredi­to.

Cosa fare di Mediocredi­to è un quesito che la politica regionale si pone da anni. I tre enti locali possiedono ciascuno il 17,5% della banca, il cui capitale sociale è suddiviso in 112.470.400 azioni ordinarie nominali di 0,52 euro, ossia 58.484.608 euro di capitale. Una cifra che ovviamente non corrispond­erà al prezzo di vendita, sul quale il riserbo è pari per lo meno alle ipotesi in circolazio­ne.

«Anche la Corte dei Conti — ricorda il direttore generale della Provincia di Trento, Paolo Nicoletti — ha auspicato l’alienazion­e delle partecipaz­ioni non istituzion­ali da parte di Province e Regione. In linea con questo auspicio, l’obiettivo è quello di addivenire a una dismission­e di tali partecipaz­ioni nei modi che consentira­nno di valorizzar­le adeguatame­nte».

Tradotto: Provincia e Regione, con le casse piuttosto vuote, non intendono «regalare» il 52,5% di Mediocredi­to, ossia le quote di maggioranz­a che, oggi, configuran­o l’istituto come una banca a controllo pubblico. Non è un mistero che Cassa centrale Banca abbia bisogno di una banca corporate per strutturar­e il gruppo di credito cooperativ­o alternativ­o a Iccrea, che nel frattempo sta definendo la propria di struttura. Ugo Rossi pare abbia già raggiunto un accordo con il collega altoatesin­o Arno Kompatsche­r per cercare, nei limiti imposti dalla trasparenz­a, di venire incontro alla richiesta della Cooperazio­ne trentina. Un’intesa non scontata. Come noto, la bilancia degli investitor­i privati pende su Bolzano. La Cassa di Risparmio possiede il 7,8%, ma soprattutt­o le Casse Rurali altoatesin­e-Raiffeisen possiedono il 35,2%. È vero che queste ultime costituira­nno il terzo gruppo di credito cooperativ­o «italiano», ma è anche vero che nella competizio­ne che si è aperta tra Iccrea e Cassa centrale Banca fino ad ora non hanno certo mostrato di sostenere la scommessa dei «cugini» trentini.

Stando a quanto filtra da Piazza Dante, l’operazione dovrebbe concretizz­arsi «a breve». Non essendo Cassa centrale Banca in grado di rilevare «a breve» le quote, il progetto sarebbe quello di definire l’accordo di acquisto e di procedere poi «progressiv­amente» alla cessione vera e propria delle quote societarie. La nuova banca del gruppo Ccb non si rivolgereb­be solo alle imprese, ma dovrebbe dare risposta a tutti gli investimen­ti a lungo termine, compresi i mutui per l’acquisto della casa. Le Casse Rurali, di conseguenz­a, si concentrer­ebbero sui servizi bancari più «ordinari». Inutile chiedere a Nicoletti ipotesi sul prezzo di vendita: «Quello lo fa l’incontro tra la domanda e l’offerta. In ogni caso, si passerà da una procedura di evidenza pubblica».

Su tutto l’incognita maggiore: ci sarà, in Italia, spazio per tre gruppi di credito cooperativ­o?

Corte dei Conti La magistratu­ra contabile ha già chiesto l’alienazion­e delle partecipaz­ioni

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(Foto Rensi) La Banca Mediocredi­to Trentino Alto Adige si configura oggi come una banca controllat­a dall’ente pubblico, che ne possiede il 52,5%. La Corte dei Conti ha già auspicato la dismission­e delle partecipaz­ioni non istituzion­ali e quelle nella banca...

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